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trepassa i tre mila stadii, e attraversando il mar di Sardegna è anche minore. Ma sia pure (prosegue) di tre mila anche questo; ed oltre a questi si piglino anche due mila stadii corrispondenti alla profondità del golfo presso Narbona, quasi una perpendicolare tirata dal vertice dell’angolo ottuso alla base di tutto il triangolo; e si farà manifesto a chiunque conosca pure i primi elementi della geometria, che tutta intiera la costa dallo stretto di Sicilia alle Colonne d’Ercole eccede di circa cinquecento stadii la retta segnata a traverso del mare: e dove a questi si aggiungano i tre mila che sono dal Peloponneso allo stretto, troveremo che la retta conta un numero di stadii più che doppio di quello da Dicearco assegnato: e secondo lui dovremmo contarne ancor più cominciandosi dal Peloponneso fino all’estremità del golfo Adriatico».

Ma qualcuno potrebbe rispondere, o mio caro Polibio, che siccome la riprova di questo errore ci viene chiaramente somministrata dall’esperienza di quelle cose che tu medesimo hai dette (cioè che dal Peloponneso a Leucade sono settecento stadii, da Leucade a Corcira settecento, da Corcira ai monti Ceraunii settecento, e da questi monti costeggiando a destra l’Illiria fino alla Iapigia sei mila e cento cinquanta); così sono errate del pari e la misura di sette mila stadii che Dicearco pone dallo stretto alle Colonne, e quella che tu t’immagini di aver dimostrata. Perocchè i più concordano a dire che il tragitto del mare è di dodici mila stadii, ciò che va d’accordo anche colla opinione adottata rispetto alla lunghezza della terra abitata. Infatti la cre-