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banca»1. — In pari tempo dichiara il matrimonio istituzione che ridonda «al solo vantaggio della donna», e al solo marito addossa tutta la risponsabilità2. Coerentemente alla quale premessa il Dumas sembra essere partigiano del divorzio3, del quale, quantunque egli adduca due casi urgentissimi fra tutti gli altri, che sono: quello della gravidanza della sposa non per opera dello sposo, e l'altro dell'abbandono della sposa o dello sposo prima ancora della consumazione del matrimonio, il principale vantaggio però sarebbe, a suo credere, quello di scemare i casi di uxoricidio in flagranza di adulterio. Ho detto sembrare il Dumas partigiano del divorzio, perchè, dopo aver fedelmente riferiti gli obbietti degli avversari di quella istituzione, egli afferma dovere la legge laica ammettere il divorzio in quanto, e solo in quanto, essa non vede nel matrimonio che una convenzione come un'altra, un contratto sinallagmatico4. Del resto il Dumas non si perita di autorizzare l'uccisione della moglie infedele, siavi o non siavi il divorzio, e conchiude il suo libro col celebre motto uccidila (tue-la)5.

Emilio de Girardin, pseudonimo d'una donna (Delphine Gay), la quale non ebbe il coraggio di proclamare in nome proprio una dottrina che parve forse anche a lei troppo ardita, nell'opuscolo L'uomo e la donna6 ripropone come la miglior soluzione della quistione femminile, l'abolizione del matrimonio, e della distinzione fra legittima e illegittima procreazione, nei precisi termini del precedente suo libro delle Libertà nel matrimonio del quale io ho fatto cenno più sopra7. Venti anni di

  1. Ib., p. 63.
  2. Ib., p. 72.
  3. Ib., p. 70, 74.
  4. Ib., p. 79.
  5. Ib., p. 121.
  6. Ib., L'homme et la femme, Paris 1875; traduzione italiana di L. Bignami, Firenze 1872.
  7. V. sopra p. 76, dove per errore è attribuita a quest'opera la data del 1855 invece del 1852.