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dette radicali, intorno a cui gli emancipatori vanno facendo rumore.

Primo vuol essere qui ricordato il Pelletan, il quale in parecchie opere, scritte con mirabile rettitudine e temperanza di sentimenti e di giudizi, si è adoperato a rimettere in onore presso i suoi compatrioti la famiglia1, le gioie e le armonie della vita domestica ispirala «dall'amore e dalla giustizia», e in pari tempo, passando in rivista le varie fasi della vita sociale delle donne, ha saputo additare non poche imperfezioni del diritto vigente, che sono ostacoli al dignitoso vivere femminile, e incentivi alla immoralità2. Della sua opera La madre, che di preferenza riguarda la quistione femminile, io ho fatto già menzione più sopra in altra occasione3. Riprendendola ora in esame dal punto di vista accennato dianzi, io debbo notare anzitutto esserne dottrina fondamentale che l'interesse morale del genere umano, e in pari tempo gli interessi d'ogni specie del sesso femminile assegnano del pari alla donna come sua vera e propria missione sociale la famiglia, cioè l'essere buona moglie e buona madre, buona madre principalmente, la quale dopo aver dato la vita ai figli suoi colla gestazione e col parto, gliela ridia una seconda volta coll'allattamento, e una terza colla buona educazione morale e intellettuale4. Ma a questo fine il Pelletan si dimostra pure profondamente persuaso della necessità che le donne ricevano una educazione ben diversa

  1. Pelletan (E.), La mère — La père — L'enfant. Idee consimili a quelle del Pelletan espose pure il signor Giraud-Teulon nel suo libro La Mère, Paris 1867.
  2. Bello fra gli altri questo passo di Pelletan: L'homme en dehors de la famille n'est que le commencement de l'homme; pour mettre la dernière main à son existence, il faut qu'il ait versé en lui le cœur d'une mère, d'une sœur, d'une femme, d'une fille, et que de toutes ces grâces, que de toutes ces tendresses, de toutes ces fleurs de l'âme, fondues entre elles comme les grappes de la vigne, dans un seul parfum, il se soit lui-même une âme forte et bonne, l'âme réunie de l'homme et de la femme, l'harmonieuse androgyne de Platon (La Mère, p. 234).
  3. V. p. 111.
  4. V. p. 26, 27 e passim.