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108 | DELLA CONDIZIONE GIURIDICA |
l'una Le donne in Oriente1, l'altra, già più d'una volta da me rammentata, Delle donne, per una donna.
Nella prima l'autrice tratteggia le condizioni odierne, morali e civili del sesso femminile presso i popoli dell'Oriente europeo ed asiatico, connettendo le sue osservazioni con un quadro accurato e completo della storia moderna, e della complessiva condizione civile di ciascuno di quei popoli. Nella seconda opera essa ha in certo modo continuato e completato la prima, estendendo le sue considerazioni alle donne delle differenti nazioni dell'occidente europeo. Nell'una e nell'altra sono egualmente ammirabili la copia dei dati di fatto, specialmente biografici, l'esattezza delle notizie intorno alle varie legislazioni, la finezza e l'originalità delle considerazioni, la bellezza e l'amenità dello stile.
Quantunque né in queste opere, né in altre, la principessa Massalsky siasi proposta di trattare ex professo la quistione femminile, cioè di svolgere sistematicamente tutti i problemi che quella complessa quistione in sé racchiude, ella ha però esposto il suo avviso intorno ai medesimi per via di digressione e di osservazioni incidenti, di cui le offrivano occasione i fatti che andava registrando. Io ebbi già occasione di riassumere la bella confutazione delle dottrine di Proudhon intorno alla inferiorità fisiologica delle donne. Potrei moltiplicare le citazioni se volessi addurre tutti i passi delle opere dell'illustre autrice, in cui essa espone il suo avviso intorno a molti punti di discussione circa i diritti privati e pubblici delle donne. In generale si può dire che Dora d'Istria è assai temperante e prudente nei suoi giudizi, affatto aliena dalla dottrina della cosi detta emancipazione, come pur notai in una precedente occasione2, né mai disgiunge i diritti del suo sesso dalle esigenze della