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DELLE DONNE 73

Egli è partigiano della «libertà amorosa», la quale secondo lui dovrebbe cambiare in virtù la maggior parte dei nostri vizi, e per converso in vizi la maggior parte delle nostre «gentilezze». E tale libertà dovrebbe venire ordinata mediante una gerarchia di unioni amorose, distinta in tre gradi principali: «i favoriti e le favorite, i genitori e le genitrici, i mariti e le mogli», nell'ultimo dei quali gradi sarebbe obbligatorio l'avere almeno due figli, nel secondo uno solo, nel primo il non averne punto. A quelle tre categorie poi gli uomini e le donne potrebbero contemporaneamente appartenere, avendo una donna in pari tempo un marito, un genitore, un favorito, ed anzi ella potrebbe aggiungere a questi soci anche «semplici possessori», non aventi nome né importanza davanti alla legge.

Egli è superfluo il fare commenti a siffatte immorali assurdità. Dirò soltanto che in nome di tali proposte il Fourier si disse apostolo della così detta emancipazione femminile, e fu anche il primo inventore di questo vocabolo, tanto usato ed abusato dopo di lui. Questo vocabolo fu uno di quelli che più compromisero cause giuste, male denominate. Imperocché, prescindendo dalle opinioni di Fourier e dei Sansimoniani, quel presentare le donne nell'attuale loro condizione sociale come schiave da emancipare, è così falsa e pericolosa esagerazione, che basti il lanciare l'accusa di emancipatore contro ogni imparziale propugnatore di questo o quel diritto delle donne, per renderne sospetto e sterile l'apostolato; la qual cosa accade ogni giorno sotto gli occhi di tutti. Dice benissimo su questo proposito una eminente scrittrice, onore del suo sesso e del secolo presente, l’impareggiabile Dora d'Istria (Principessa Elena Koltzoff-Massalsky)1: «Se il Fourier e le

  1. Des femmes par une femme, Paris, librairie internationale, 1865, vol. I, p. 69. Intorno a questa celebre donna e alle sue opere, veggasi più oltre nel corso di quest'opera.