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LIBRO PRIMO. 41

Impadronitosi della città, di tutte le sue richezze, delle suppellettili e de’ sacri bronzi fe’ ritorno ad Emisa, ove intraprese il giudizio di Zenobia e di quanti parteggiato aveano seco lei. Questa perorando la propria causa discolpava se stessa e molti accusata di averla, femina essendo, tradita, non perdonando neppure a Longino, scrittore di opere utilissime a tutti coloro che bramano addottrinarsi; e’ convinto delle accuse prodottegli contro soggiacque ad imperiale sentenza di morte, soffertala con tale coraggio da confortare i suoi compassionevoli per tanta sciagura. Altri parimente chiamati in colpa dall’accusatrice non poterono sottrarsi dal meritalo gastigo.

Qui mette conto narrare le vicende che precedettero lo sterminio de’ Palmireni, quantunque, giusta il progetto della nostra opera, da me riferito nel proemio, si parrebbe mio ufficio lo scrivere in compendio la presente istoria. Laonde espostosi da Polibio come i Romani vennero in brevissimo tempo ai possesso dell’impero, io dovrei ora palesare in qual modo susseguentemente, pe’ loro delitti, e’ ridussersi in pochi anni a perderlo. Ma di tale argomento oecuperommi quando la istoria fornirammene più acconcio luogo. Dai Palmireni, per tornare ad essi, conquista non piccola parte del Romano impero, molti divini annunzj pronosticarono loro la sopravegnente distruzione, e quali si

    mincia nel seguente modo: Non è uopo che le spade dei militi vadan oltre, si è già ferita ed uccisa bastevol quantità di Palmireni.

Zosimo. Della nuova Istoria. 5