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A UGO FOSCOLO


Qual voce è questa, che dal biondo Mela
Muove canora, e ch’io nell’alma sento?
È questa, Ugo, la tua, che a te mi chiama
Fra tombe, avelli, arche, sepolcri, e gli estri
5Melanconici e cari in me raccende.
Del Meonio cantor su le immortali
Carte io vegghiava; e dalla lor favella
Traeva io nella nostra i lunghi affanni
Di quell’illustre pellegrin, che tanto
10Pugnò pria co’ Troiani, e poi col mare.
Ma tu, d’Omero più possente ancora,
Tu mi stacchi da Omero. Ecco già ride
La terra e il cielo, e non è piaggia, dove
Non invermigli April vergini rose.
15E tu vuoi ch’io mi cinga il crine incolto