Pagina:Degli studi e de' costumi di Luigi Bufalini cesenate.djvu/13


7

per morte il suo amatissimo padre4; di che egli portò inconsolabil dolore.

Nel 1818, riordinandosi il corpo degl’ingegneri sopra le acque e le strade, fu fatto ingegnere aspirante della provincia di Forlì. Ma poco stette in questo ufficio, però che nell’agosto del 1819 il card. Ercole Consalvi, segretario di Stato, che avea in molta stima l’ingegno di lui, l’invitò a Ferrara, acciò che desse lezioni d’architettura statica ed idraulica nella scuola degl’ingegneri.

Il Bufalini, giovane d’animo posato e per natura timido, e non avvezzo a far udire in pubblico la sua voce, accettò l’incarico per obbedire; e, come ho da lui medesimo, si condusse tremando a leggere in cattedra le sue lezioni, che scriveva di giorno in giorno con caratteri stenografici. E torna a grande onore di lui che i discepoli le ascoltassero con animi attenti, e ne facesser conserva.

Ma abolita poi nel 1820, col finire dell’anno scolastico, quella cattedra, ei n’ebbe piacere grandissimo, come quegli che non amava ufficio di cattedrante; propostosi di vivere una vita quietissima, e per quanto gli fosse possibile, ritiratissima. Onde pregato dal prof. Venturoli ad accettare non so che cattedra in Roma, questa volta ricusò. Fu per tanto nominato ingegnere aspirante nella delegazione di Urbino e Pesaro; e poco appresso eletto a ingegnere ordinario di seconda classe nella provincia ravegnana.

E dimorando in Faenza per cagione di suo