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nota 429

spinsero a cercare qualche fonte di guadagno; ed egli, che era stato giá piú volte ministro e aveva grande parte nella vita politica, non seppe trovare altro piú fruttuoso lavoro che la rielaborazione dei suoi vecchi appunti di lezioni: cagione esterna, anche codesta del bisogno economico, che è poi una ragione interna. Sappiamo cosí, da un suo biografo del i865, che egli disegnava di dar fuori cinque volumi, dei quali uno avrebbe contenuto i Saggi critici, un altro il corso sul Petrarca, due i corsi su Dante, e il quinto «una rapida esposizione della letteratura italiana»1.

Dal i866, dopo la raccolta giá menzionata dei Saggi critici, cominciò per lui un periodo fecondo di lavoro letterario, che durò fervidissimo, con piccole interruzioni, per circa un decennio. Nel i868 il De Sanctis attendeva alla ristampa dei Saggi critici con aggiunte, e alla redazione e stampa del Saggio sul Petrarca (editi entrambi i volumi nel i869); e diventava, intanto, collaboratore assiduo della Nuova Antologia. Nello stesso anno i868 si accingeva a comporre l’opera su Dante, che egli diceva quasi pronta e che sarebbe stata divisa in tre volumi, da pubblicarsi un volume all’anno2. Ma quest’opera cedette poi il luogo all’altra (consigliata forse anch’essa apparentemente da cagioni estrinseche, dal maggior lucro che proviene da un libro scolastico, ma effettivamente dalla necessità intrinseca del suo pensiero) di una breve storia della letteratura italiana per le scuole liceali. In una sua lettera del i868, probabilmente dell’estate, all’amico Marciano (benemerito veramente, perché messosi attorno al De Sanctis e agevolategli le trattative con gli editori e le fatiche della stampa, gli spianò la via alla produzione letteraria), è detto: «Ecco ora una notizia che ti piacerá. Ho messo mano ad una Storia della nostra letteratura in un volume solo, ad uso dei licei. Tengo immensi materiali raccolti. E nelle vacanze parlamentari sará bella e fatta»3.

Concluso infatti un accordo con l’editore Antonio Morano di Napoli (che gli avrebbe pagato dugento lire al mese, quante occorrevano ai suoi bisogni, in cambio di quaranta cartelle di manoscritto), il De Sanctis si mise all’opera, sempre con l’intento preconcetto di scrivere un compendio pei licei. E qui cominciò



  1. N. Gaetani Tamburini, in De Sanctis, Scritti vari, ed. Croce, n, 286.
  2. Brano di lettera edito da me, Scritti vari cit., ii, 304.
  3. Scritti vari cit., ii, 24i.