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xx - la nuova letteratura 405


illuminata ne’ migliori dal buon senso e dal buon gusto. L’attenzione dall’esterno meccanismo si volse alla forza produttiva, cercando i motivi e il significato della composizione nelle qualitá dello scrittore: l’arte ebbe il suo «cogito» e trovò la sua formola nel motto: «Lo stile è l’uomo». Ma era una critica d’impressioni piú che di giudizi, di osservazioni piú che di principi. Con la nuova filosofia, il belio prese posto accanto al vero e al buono, acquistò una base scientifica nella logica, divenne una manifestazione dell’idea, come la religione, il dritto, la storia: avemmo una filosofia dell’arte, l’estetica. Stabilito un corso ideale della umanitá, l’arte entrò nel sistema allo stesso modo che tutte le altre manifestazioni dello spirito, e prese dalla qualitá dell’idea la sua essenza e il suo carattere. Materia principale della critica fu l’idea col suo contenuto: le qualitá formali ebbero il secondo luogo. Avemmo l’idea «orientale», l’idea «pagana» o «classica», l’idea «cristiana» o «romantica» nella religione, nella filosofia, nello Stato, nell’arte, in tutte le forme dell’attivitá sociale uno sviluppo storico a priori, secondo la logica o le leggi dello spirito. La filosofia dell’idea divenne un antecedente obbligato di ogni trattato di estetica, come di ogni ramo dello scibile; e il problema fondamentale dell’arte fu cercare l’idea in ogni lavoro dell’immaginazione e misurarlo secondo quella. Rivenne sú il concetto cristiano-platonico dell’arte, espresso da Dante, ristaurato dal Tasso. La poesia fu il vero «sotto il velo della favola ascoso», o il vero «condito in molli versi». Divenuta la favola un velo dell’idea, ritornavano in onore le forme mitiche e allegoriche, e le concezioni artistiche si trasformavano in costruzioni ideali: la Divina commedia, materia d’infiniti conienti filosofici, aveva il suo riscontro nel Faust. Venne in moda un certo filosofismo nell’arte anche presso i migliori, anche presso Schiller. E non solo la filosofia, ma anche la storia divenne il frontispizio obbligato della critica, trattandosi di coglier l’idea non nella sua astrattezza, ma nel suo contenuto, nelle sue apparizioni storiche. Sorsero investigazioni accuratissime sulle idee, sulle istituzioni, su’ costumi, sulle tendenze dei secoli a cui si riferivano le opere d’arte, sulla formazione