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poeta di corte. I repubblicani a Napoli e a Milano venivano gallonati nelle anticamere regie. E non si senti piú una voce fiera, che ricordasse i dolori e gli sdegni e le vergogne, fra tanta pompa di feste e tanto strepito di armi.

Comparve Iacopo Ortis. Era il primo grido del disinganno, uscito dal fondo della laguna veneta, come funebre preludio di piú vasta tragedia. Il giovane autore aveva cominciato come Alfieri: si era abbandonato al lirismo di una insperata libertá. Ma, quasi nel tempo stesso, lui cantava l’eroe liberatore di Venezia, e l’eroe, mutatosi in traditore, vendeva Venezia all’Austria. Da un di all’altro Ugo Foscolo si trovò senza patria, senza famiglia, senza le sue illusioni, ramingo. Sfogò il pieno dell’anima nel suo Iacopo Ortis. La sostanza del libro è il grido di Bruto: «O virtú, tu non sei che un nome vano!». Le sue illusioni, come foglie di autunno, cadono ad una ad una, e la loro morte è la sua morte, è il suicidio. A breve distanza hai l’ideale illimitato di Alfieri con tanta fede, e l’ideale morto di Foscolo con tanta disperazione. Siamo ancora nella gioventú : non ci è il limite. Illimitate le speranze, illimitate le disperazioni. Patria, libertá, Italia, virtú, giustizia, gloria, scienza, amore, tutto questo mondo interiore dopo si lunga e dolorosa gestazione appena è fiorito, e giá appassisce. La veritá è illusione, il progresso è menzogna. Al primo riso della fortuna ci era la follia delle speranze; al primo disinganno ci è la follia delle disperazioni. Questo subitaneo trapasso di sentimenti illimitati al primo urto della realtá rivela quella agitazione d’idee astratte ch’era in Italia, venuta da’ libri e rimasta nel cervello, scompagnata dall’esperienza e non giunta ancora a temprare i caratteri. Trovi in questo Iacopo un sentimento morboso, una esplosione giovanile e superficiale, piú che l’espressione matura di un mondo lungamente covato e meditato, una tendenza piú alla riflessione astratta che alla formazione artistica, una immaginazione povera e monotona in tanta esagerazione dei sentimenti.

Il grido di Iacopo rimase sperduto fra il rumore degli avvenimenti. Sorsero nuove speranze, si fabbricarono nuove illusioni. Il romanzo, uscito anonimo, mutilato e interpolato, pura