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carattere romanzesco, insciente e aborrente delle necessitá della vita pratica. Il suo viaggio per gli Abruzzi in veste da contadino, e il suo presentarsi alla sorella non conosciuto, e la scena tenera che ne fu effetto, è tutto un romanzo. Aggiungi le impressioni letterarie che gli venivano dalla lettura dell’Ariosto e del l’Amadigi, e la gran voga de’ romanzi e il favore del pubblico; e ci spiegheremo come la prima cosa che usci dal suo cervello fu il Rinaldo, e come questo mondo romanzesco si conserva invitto attraverso le sue velleitá religiose, storiche e classiche.

L’intreccio fondamentale del poema è un romanzo fantastico a modo ariostesco: un’Angelica che fa perdere il senno a Orlando, e un Astolfo che fa un viaggio fantastico per ricuperarglielo. Hai Armida che innamora Rinaldo, e Ubaldo che attraversa l’Oceano per guarirlo con lo specchio della ragione. Angelica e Armida sono maghe tutt’e due, e istrumenti di potenze infernali; ma sono donne innanzi tutto, e la loro piú pericolosa magia sono i vezzi e le lusinghe. Come Angelica, cosi Armida si tira appresso i guerrieri cristiani e li tien lontani dal campo; né vi manca l’altro mezzo ariostesco, la Discordia, che produce la morte di Gernando, l’esilio volontario di Rinaldo e la cattivitá di Argillano. Da queste cause, le quali non sono altro che le passioni sciolte da ogni freno di ragione e svegliate da vane apparenze, escono le infinite avventure dell’Ariosto e le poche del Tasso, annodate intorno alla principale: Armida e Rinaldo. La selva incantata, che ricorda la selva dantesca, è la selva degli errori e delle passioni o delle vane apparenze, né i cristiani possono entrare in Gerusalemme se non disfacciano quegl’incanti, cioè a dire se non si purghino delle passioni. Questo è il concetto allegorico di Dante, divenuto tradizionale nella nostra poesia, smarrito alquanto nel pelago di avventure del Boiardo e dell’Ariosto, e ripescato dal Tasso con un’apparenza di serietá che non giunge a cancellare l’impronta ariostesca, cioè quel carattere romanzesco che gli avevano dato il Boiardo e l’Ariosto. Intorno a questo centro fantastico moltiplicano duelli e battaglie: materia tanto piú popolare, quanto meno in