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umana. Il principio, dal quale si sviluppa quella teoria, è questo: che i mezzi debbono avere per base l’intelligenza e il calcolo delle forze che movono gli uomini. È chiaro che in queste forze c’ è l’assoluto e il relativo; e il torto del Machiavelli, comunissimo a tutt’i grandi pensatori, è di avere espresso in modo assoluto tutto, anche ciò che è essenzialmente relativo e variabile.

Il machiavellismo, in ciò che ha di assoluto o di sostanziale, è l’uomo considerato come un essere autonomo e bastante a se stesso, che ha nella sua natura i suoi fini e i suoi mezzi, le leggi del suo sviluppo, della sua grandezza e della sua decadenza, come uomo e come societá. Su questa base sorgono la storia, la politica, e tutte le scienze sociali. Gl’inizi della scienza sono ritratti, discorsi, osservazioni di uomo che alla coltura classica unisca esperienza grande e un intelletto chiaro e libero. Questo è il machiavellismo, come scienza e come metodo. Ivi il pensiero moderno trova la sua base e il suo linguaggio. Come contenuto, il machiavellismo su’ rottami del medio evo abbozza un mondo intenzionale, visibile tra le transazioni e i vacillamenti dell’uomo politico: un mondo fondato sulla patria, sulla nazionalitá, sulla libertá, sull’uguaglianza, sul lavoro, sulla virilitá e serietá dell’uomo.


ii


In letteratura, belletto immediato del machiavellismo è la storia e la politica emancipate da elementi fantastici, etici, sentimentali, e condotte in forma razionale; è il pensiero vólto agli studi positivi dell’uomo e della natura, messe da parte le speculazioni teologiche e ontologiche; è il linguaggio purificato della scoria scolastica e del meccanismo classico, e ridotto nella forma spedita e naturale della conversazione e del discorso. È l’ultimo e piú maturo frutto del genio toscano. Su questa via incontriamo prima Francesco Guicciardini, con tutti gli scrittori politici della scuola fiorentina e veneta; poi Galileo Galilei, con la sua illustre coorte di naturalisti.