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introduzione | 3 |
Quelli che lo giudicano solo dalle sue poesie amorose, conoscono i suoi piú bei versi senza conoscere lui. E non lo si conosce che dopo di aver seguito il suo pensiero non solo nel primo caldo di gioventú, ma nell’etá matura, a traverso di un gran poema, delle egloghe, delle epistole in versi latini, de’ trattati filosofici, e specialmente della vasta corrispondenza che egli teneva co’ principali personaggi del suo tempo.
E questo ha voluto egli fare per l’appunto; ha voluto farci conoscere il Petrarca, studiando il suo poema, le sue egloghe, le epistole, i trattati filosofici, le sue lettere, e giovandosi de’ lavori altrui e degl’immensi materiali offertigli dalla Biblioteca del Louvre per mostrarci il grand’uomo sotto tutti gli aspetti. Egli ha voluto «recompossr dans son ensemble cette imposante physionomie».
Con tale intendimento ha fatto un magnifico libro, dove ha con molta diligenza e con grand’arte raccolto e riassunto tutto ciò che di piú interessante è stato scritto sulla vita del Petrarca, rettificando o chiarendo alcuni particolari e alcuni punti di vista: libro che si legge con piacere e può esser consultato con frutto.
Se di questa lode è pago il signor Mézières, chi si contenta gode: ma non me ne contento io.
Oggi il numero de’ libri è cosí strabocchevolmente cresciuto, che dobbiamo innanzi tutto domandar conto agli autori della scelta dell’argomento, e non ammetter come lavori serii e utili se non quelli che prendono le quistioni come si trovano e le fanno camminare innanzi.
Sul Petrarca n’abbiamo d’infiniti. Nella sola Biblioteca del Louvre, come afferma Mézières, esistono ottocento opere relative al Petrarca, che Carlo X nel i829 comprò dal professore Marsand di Padova. E questa collezione non le comprende tutte. Si tratta di migliaja di volumi scritti sullo stesso autore, e alcuni da filologi, eruditi, filosofi e poeti. De Sade, Baldelli, Ginguené, Muratori, Aroux, Foscolo, Villemain, Saint-Marc Girardin, Macaulay, non c’è quasi grand’uomo che non abbia