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prosa, né in verso ti è dato di sentire cosa è una sorella, o una moglie, o una madre, o un padre, o un figlio. Non si può dir che sieno sentimenti estranei alla gente; anzi vi hanno radici profonde, massime presso il popolo. Ma come in cosí bella natura è desiderato presso i nostri poeti lo schietto e intimo sentimento della natura, cosí fra tanti affetti di famiglia è desiderata quella vita intima e casalinga, dove abita cosí spesso e con tanta dimestichezza la Musa del Nord. A noi piace il fantastico e lo straordinario, e gli amori superficiali, e le mobili e vive impressioni, l’inaspettato e lo spettacoloso, vita di piazza e di toga. L’amicizia, la famiglia, il culto della natura, una vita semplice e modesta, confortata dagli affetti domestici, sono materia inadeguata alla nostra immaginazione mobile. Ammiriamo Antigone, Merope, Laocoonte, Andromaca, ma di una ammirazione artistica, e perciò superficiale. Non sentiamo noi stessi, tutto noi, colá dentro. Questi affetti cosí puri, cosí semplici, mancano con la nostra prima etá, e non li troviamo piú nel tumulto del mondo. Poteva Alfieri rappresentare Merope?

Dante ha i suoi successori fuori d’Italia.

[Nella «Nuova Antologia», dicembre i869.]