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il darwinismo nell’arte 32i


Il senso del vivo vi riconcilia con Nerone, e vi dispone anche ad applaudirlo nelle sue volgaritá, nelle sue vanitá, nel suo comico che attenua ciò che in lui è ripugnante; e voi preferite questa commedia a molte dotte tragedie e drammi, dove il calore della vita vi giugne più languido e più di lontano.

Noi preferiamo l’operetta, la farsa, il bozzetto, la pittura di genere e fino la parola trasformata in gesto o in suono, la mimica e la musica, perché siamo divenuti impazienti, e sopprimiamo la distanza e l’intermediario, e godiamo di quel subitaneo ed immediato guizzo della vita che si compie nel nostro cervello. (lunghi applausi)

Vogliamo non solo il vivo, ma la vita in atto. Accettiamo le forme fisse, come mezzo di educazione popolare e d’istruzione, come un metodo intuitivo; ma non le gustiamo come arte.

Vediamo arte, quando si crea una tale situazione di cose, che quelle forme sieno costrette a muoversi, a manifestare la loro vita interiore, ad avere un’espressione. Cosí ci piace la campagna romana nella imminenza di un uragano, che la fa mobile e viva, come l’ha concepita il Vertunni, un uomo che ha onorato Napoli in Roma, dove è stato per il suo quarto d’ora un caposcuola, e dove oggi ancora, malgrado una malattia che gli rende poco abile il braccio, si ostina nel lavoro e si mostra produttivo.

E non solo vogliamo la vita in atto; ma la vogliamo nella sua continuitá, come la fa Natura. L’ultima forma dell’arte, l’arte ideale, tratta la forma come un istrumento dell’idea; e perché l’artista può rappresentare la sua idea in ciascuna forma, e in nessuna si acqueta, abbiamo l’indifferenza ed il dileguo delle forme, la forma evanescente nel sentimento:

                                   

Cosí la neve al sol si disigilla

                                   
come dice Dante.

L’artista, collocato in quest’ambiente ideale, tratta la sua creatura come un mezzo a sfogare i suoi sentimenti, e fa discontinua quella vita, la interrompe coi suoi inni e colle sue

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De Sanctis, Saggi critici.-iii