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dente, volente e possente era in Italia una pianta rara, e nel letterato v’era un po’ di Pietro Aretino, tra lo sfrontato e il servile, sempre falso. Falsa la societá e falsa la letteratura. Perciò a rifare la letteratura bisognava rifare l’uomo. Al giovane Parini la differenza tra il mondo de’ suoi libri e quel mondo falso fece quell’impressione che suol fare in tutt’i giovani non ancora guasti dal vizio e dalla cupidigia. E quando in quella prima ingenuitá delle sue impressioni, nell’integritá della sua natura sana e robusta, si vide dal bisogno tirato entro a quei mondo, e potè dappresso studiarlo nella sua falsitá e nella sua frivolezza, e non come letterato o filosofo, ma come uomo, che ne sentiva ogni giorno le punture, il suo disgusto fu privo di ogni amarezza. Si sentiva superiore non solo per la coltura, ma per il carattere, e non invidiava quella pompa, quegli onori e quei tesori; l’uomo cosí piccolo in quella sua grandezza non lo moveva a sdegno, lo faceva sorridere. Aveva la calma della forza, quell’equilibrio interno, che è la sanitá dell’anima. Come ne’ suoi bisogni, cosí nel suo spirito non era nulla di fattizio: vero e schietto. Cosi fatto entrò nell’Accademia de’ Trasformati, e si trovò in un altro mondo. Ivi era il fiore della coltura milanese, il Tanzi, il Balestrieri, il Verri, il Beccaria, il Baretti, il Passeroni. Vi si senti come in casa sua, vi trovò le sue idee e il suo linguaggio. Ma erano idee vestite alla francese, con piú di passione, e con molta esagerazione; regnava li non Virgilio e non Dante, ma Voltaire, Rousseau e D’Alembert. Lo spirito vi era moderno, piú vivace e battagliero, con quel non so che fattizio e straniero ne’ concetti e nel linguaggio che dovea «piacere alla sua natura schietta e alla sua educazione classica. Se biasimava il padre Branda e il padre Bandiera, spacciatori di frasi, non era meno severo verso Pietro Verri, che per fuggir pedanteria predicava licenza. Quel francesizzare eia oramai una moda volgare che rallegrava le sale dei nobili e le botteghe de’ parrucchieri; c’era lí dentro molto di frivolo e di ostentato e di esagerato, né potea vedere in quell’accompagnamento le sue piú care e nobili idee. Gli spiaceva il vecchio cd il nuovo, la frivolezza degli uni e l’esa-