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nelle cose quello solamente che ha attinenza col suo concetto, e tutto ciò che non ci entra è cacciato fuori: il soggetto rimane piú grande di lui. Nasce una storia di profilo, un misto di luce e di ombra, ed il piú importante non è quello che luce.

Un altro esempio. Lamartine non vede che l’ombra di Dante, l’ombra dietro alla quale corrono i cementatori e che fugge loro davanti. Non potendo sciogliere il nodo, lo taglia. A che affaticarsi intorno a questa parte misteriosa? Non ne porta il pregio. Voi credete ci sia qualche cosa di profondo: non ci è nulla. E, siccome ha preso quest’ombra pel corpo, stimando che in quell’incompreso sia posta la sostanza della poesia dantesca, dunque, si affretta a conchiudere: — La Divina Commedia presa nel suo insieme non è poesia; è una gazzetta fiorentina, una «cronaca rimata»; sopravvive per una ottantina di bei versi. — Partendo da un concetto ch’egli crede generale, e che è cosí parziale, si angusto, la parte del libro piú dal volgo dotto apprezzata e la meno importante1, qual maraviglia è che la sua mente non possa misurare tutta intera l’opera piú vasta che abbia concepito lo spirito umano? Le cose restano sempre superiori a’ suoi concetti: la sua lampada rischiara poco e male; e perché gli oggetti gli si mostrano nell’ombra e trasfigurati, invece di prendersela con la lampada, se la prende con loro.

Conchiudiamo. Le sue impressioni sono esagerate, poco precise, poco deteminate. Niuna schietta contemplazione del mondo poetico: citazioni, esposizione e parafrasi. La sua critica psicologica è monca; la sua sintesi è falsa. A volte qualche paradosso, che nasce dal suo veder le cose da un lato solo; nessuna vera originalitá, nessuna profonditá, nessun indizio di seria meditazione, nessuna costanza nel seguire uno scopo. Ripeto la mia domanda: — Onde nasce tanta inconsistenza e inconseguenza? — .

Lamartine non ha un ingegno filosofico. Non ha né tale larghezza da comprendere la veritá in tutto il suo significato, né tale penetrazione da coglierne le parti sostanziali, e soprat-



  1. La parte allegorica