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messa tra loro, sostenendo chi un’opinione e chi un’altra. Ebbi proprio una brutta tentazione. Volevo rispondere che il Petrarca aveva fatto cosí perché Laura non sapeva di latino. Ma parvemi cosa crudele rispondere con uno scherzo a giovani che disputavano con tanta gravitá.

Pur, se la mia voce avesse qualche peso sulla nuova generazione, io direi: — Lasciate queste dispute agli oziosi da convento o da caffé, e voi gittate via i comenti e avvezzatevi a leggere gli autori tra voi e loro solamente. Ciò che non capite, non vale la pena che sia capito: quello solo è bello che è chiaro. Soprattutto, se volete gustar Dante, fatti i debiti studi di lettere e di storia, leggetelo senza comenti, senz’altra compagnia che di lui solo, e non vi caglia di altri sensi che del letterale. State alle vostre impressioni, e soprattutto alle prime, che sono le migliori. Piú tardi ve le spiegherete, educherete il vostro gusto; ma importa che ne’ primi passi non vi sia guasta la via da giudizi preconcetti e da metodi artificiali — .

Tra’ più belli, appunto perché tra’ più chiari, è il canto di Francesca. Ed io domando con che cuore possono i comentatori innanzi ad una creazione cosí limpida abbandonarsi a sciarade e indovinelli e fantasticare su tanti perché. Io non mi tratterrò a confutare le assurde risposte, perché il torto qui non è di aver fatte quelle risposte, ma di aver poste quelle domande. Il che avviene quando l’impressione estetica è giá cancellata, e la mente raffredda, e il critico, non sapendo cogliere la situazione nella sua integritá, si smarrisce ne’ particolari. I quali, separati dal tronco, ovvero dalla loro unitá, in cui è posta la loro ragion d’essere ed il loro significato, si sciolgono nell’arbitrario, e diventano materia di questa o quella supposizione gratuita com’ e’ salta in capo al primo venuto. Sgombriamo dunque il terreno di questi forse e di questi perché, ed accostiamoci a questa primogenita figliuola di Dante con non altro sentimento che quello dell’arte, e con non altro intento che di contemplare e di godere.

Come Dante fu condotto alla concezione di questa Francesca importa poco. E importa meno il sapere se e che il poeta