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112 saggi critici

ranza si agitano confusamente il passato e l’avvenire, cosí in Dante troverete due uomini mescolati, l’uomo del passato e l’uomo dell’avvenire. D’intenzione cattolico, non fu né cattolico in tutto, né in tutto eretico. Col suo cattolicismo trovi congiunta una guerra appassionata contro la corruzione del papato e certe opinioni ardite che rivelano giá una vaga inquietudine, confuse aspirazioni, che piú tardi penetrarono nella coscienza. Del resto, la quistione per lui, come per i più, non è religiosa ma politica. E se bolle di sdegno, se minaccia, se riprende, se impreca, gli è perché ha dirimpetto a sé non una religione nemica, ma una politica nemica. Pure, nella stessa politica le sue opinioni si mantengono in un certo «medium», dove, se dominano le idee ghibelline, non sono cacciate via le idee care ai guelfi. Che se vuole il papato corretto, rispetta la sua indipendenza; se vuole i comuni ubbidienti all’impero, rispetta le loro libertá; se vuole le nazioni unificate, rispetta la loro autonomia. Ben comprendo che l’effettuazione del suo sistema avrebbe distrutte tutte queste cose. Ma Dante le voleva. Ed i guelfi fecero bene ad ubbidire piuttosto alla logica che a Dante.

Questo sistema non rimase una pura e serena speculazione, come la repubblica di Platone, ma s’impossessò di tutto intero l’uomo. Fu non solo la sua convinzione, ma la sua fede. E la fede è non solo credere, ma volere, amare, operare; è non solo pensiero, ma sentimento ed azione. Dante ebbe fede.

Ebbe fede in Dio, nella virtú, nella patria, nell’amore, nella gloria, ne’ destini del genere umano. La sua fede è si vivace che le sventure e i disinganni non possono affievolirla, nutre sino all’ultimo speranze di prossima redenzione, e muore in tutta la giovinezza delle sue illusioni e delle sue passioni. Chi mi sa dire quando Dante si è sentito vecchio; quando la penna gli si è illanguidita nella mano?

La fede è amore; è non solo sapienza, ma amore della sapienza; non solo sofia, ma filosofia. E la filosofia è amore di Dante, la sua seconda Beatrice, l’«amor che nella mente gli ragiona».