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carattere di dante e sua utopia 111

sua vita propria, senza ingerenza nell’altro, e ne inferi l’indipendenza de’ due poteri, spirituale e temporale. Una volta entrato per questa porta, si dá carriera e ti edifica a suo modo. Il popolo è corrotto ed usurpatore, la societá viziosa e discorde. Unica medicina, l’imperatore. Gli attribuisce tutt’i privilegi del papa, e, come il papa, lo fa immediatamente da Dio. Amendue organi di Dio sulla terra, «due soli», che c’indirizzano l’uno per la via di Dio, l’altro per la via del mondo; l’uno per la celeste, l’altro per la terrena felicitá. Amendue eguali, salvo la riverenza che l’imperatore dee al papa, sola concessione che Dante fa alla maggioranza dello spirito. Roma per diritto divino sará la capitale dell’impero e perciò del mondo. Le franchigie dei comuni e l’indipendenza delle nazioni rimarranno intatte. L’imperatore potrá tutto, e nella stessa sua onnipotenza troverá il suo freno. Fará trionfare sulla terra la giustizia e la pace. Ecco l’utopia dantesca.

Non è un semplice ritorno al passato, come pretende Wegele. Ci è del passato e del futuro, del progresso e del regresso. Ciò che ci è del passato non è bisogno ch’io il dica. Ma ci è in germe l’affrancamento del laicato e il cammino a piú larghe unitá. Intravvedi la nazione che succede al comune, e l’umanitá che succede alla nazione. È un sogno che in parte diventa storia.

Era in fondo il sogno de’ ghibellini. Il merito di Dante è di averlo allargato a sistema, di esserne stato il filosofo, di essersi alzato fino al concetto di umanitá. La base è fragile, ma l’edificio è bello per ampiezza di disegno e concordia di parti.

In un secolo vi ha due punti estremi rappresentati da individui o da partiti. Cercate Dante negli estremi e non ve lo troverete. Nondimeno, gli uomini di parte hanno voluto tirar Dante dalla loro, ciascuno con le sue buone ragioni. Chi ci trova il cattolico, chi l’eretico, chi l’esaltato, chi il moderato. Come hanno veduto il suo carattere da un punto solo, e cosí le sue opinioni. E un Dante spogliato d’una parte di sé e collocato ad un estremo.

Fu lo specchio della maggioranza. E come nella maggio-