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carattere di dante e sua utopia 107

L’amore di Beatrice si purifica della sua parte terrestre, e diviene l’amor del divino. Certo, quando noi invecchiamo, siamo soliti di generalizzare, e quello che era sentimento, si trasforma in massima e sentenza. Ma qui il particolare sopravvive in una forma piú alta. E sotto alla umanitá rimane pur sempre Firenze, che fa battere il cuore dell’esule, e ve ne accorgete dalle sue stesse imprecazioni. E sotto alla Beatrice del suo pensiero sentite la Beatrice del suo cuore. E quando si mostra solo pensoso della posteritá e si professa non timido amico del vero, non gli credete. Vi è troppa bile nella sua veritá, troppa passione nella sua giustizia. Col pensiero dei posteri si accompagna il desiderio della vendetta, l’odio dei nemici, l’amor di parte, la speranza del ritorno, tutti gl’interessi di quei tempi. Ond’è che la passione lo insegue alcuna volta anche in mezzo alle sue piú astratte speculazioni, e Firenze e il suo partito e i suoi avversari si mescolano co’ suoi sillogismi.

Pure, anche quando il suo torto è visibile, quando si lascia ire ad accuse, ad imprecazioni senza alcuna misura, voi non potete, non dirò disprezzarlo (Dante è sempre superiore al disprezzo), ma voi non potete, voi non sapete irritarvi contro di lui; perché vi accorgete che la sua passione è sempre sincera, che quegli impeti vengono diritto dal cuore, che opera e parla con la piú profonda convinzione. E se afferma di dire il vero, crede di dire il vero; e se accusa, crede all’accusa; e se esagera, non se ne accorge.

È il tipo del proscritto continuatosi insino a’ nostri giorni. Con tanto calore d’anima, con tanta forza di passioni, la vita attiva gli venne meno, quando dovea sentirne maggiore il bisogno. Eccolo sbandito. Il mondo cammina senza di lui e contro di lui. Dante non vi si rassegna. Ma il cospirare con una compagnia «malvagia e scempia» presto gli viene a noia. E le azioni di questo grand’uomo sono qualche lettera inutile che scrive talora a popoli e a principi, e trattati e negozi in servigio de’ suoi protettori. Resta fuori degli avvenimenti, spettatore sdegnoso. La passione, rimasta oziosa, si concentra, e con tanta piú violenza e amarezza scoppia nello scrivere. Ora