Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. II, 1952 – BEIC 1804122.djvu/109


carattere di dante e sua utopia 103

forza che facciano coloro che vogliono governare. Priore, si vide costretto a sbandire il suo migliore amico per ridurre a concordia impossibile le avverse parti; si lasciò sopraffare lui ed i suoi dalle arti e dalle violenze de’ Neri, e dava lor tempo di portare a maturitá i sinistri disegni, accettando una legazione insidiosa e inefficace; ambasciadore presso Bonifazio, non riuscí che a farsi abbindolare e addormentare, materia d’immortali ire, e vide a sé tolta la patria e le sostanze, e a Firenze la libertá, prima quasi ancora che il sapesse. Ramingo, non serbò lungamente nel suo partito quel luogo che si richiedeva alla sua virtú ed al suo ingegno, e non potè farvi accogliere le sue opinioni, né acconciarsi alle altrui. Ben tosto gli uomini gli vennero a noia, divenne feroce contro amici e nemici, e, come suole avvenire, a lungo andare rimase solo, «parte per sé stesso».

Il che alcuni gli attribuiscono a lode, immaginando non so quali riposte e magnanime intenzioni; non fu in lui elezione, ma necessitá di natura. Chi vuol vivere in mezzo agli uomini deve accettarli quali sono, e chi vuol reggerli, dee comprenderli. Dante era troppo sdegnoso d’ogni viltá, troppo intollerante; a questi esseri solitari fugge il presente, ma l’avvenire è loro.

Toltosi all’azione, rifuggitosi negli studi, rimettea mano alla Divina Commedia, la sola e vera sua azione, i cui effetti oltrepassano l’angusto giro de’ fini e degl’interessi di quel tempo, e non hanno per confine che l’uomo ed il mondo. Ivi legava in un volume, co; destini del genere umano, i suoi dolori, i suoi odii, le sue vendette, le sue speranze. E dissi odii e vendette, e dissi vero. Dante fu odiato ed odiò, fu offeso e si vendicò. Né io posso senza tristezza comparare il giovane lirico col maturo autore della Commedia. Nella sua lirica vedi un uomo a cui il mondo è ancora straniero, a cui tutto ride; il suo universo sono gli occhi di una donna, nella vergine anima non cape altro sentimento che amore, in tanti versi non trovi una parola d’odio, di rancore. Ed ora, quanto mutato!

Il suo orizzonte si è disteso; molte cittá, molti uomini ha conosciuto; corti, consigli, popoli, caratteri, passioni, costumi,