Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. I, 1952 – BEIC 1803461.djvu/255


«giornale di un viaggio nella svizzera» 249


In letteratura, l’«umore» corrisponde a questo stato dello spirito. L’«umore» ha per sua essenza la contraddizione: onde quel fare e disfare, quel dire e disdire, quel distruggere con l’una mano ciò che s’edifica con l’altra. Tale è il senso profondo di questa forma; e, se gli angusti confini di un’appendice mel consentissero, mostrerei quanta intelligenza e ordine e misura è nell’apparente spensieratezza di Heine, e di che sangue gronda il suo riso. Ma il lettore può giá immaginare quante qualitá si richieggano per giungere a quest’altezza, spesso, opposte: l’ironia, il sarcasmo, la caricatura, congiunte con tutte le gradazioni del patetico, le piú strane bizzarrie di una inferma immaginazione, congiunte con le piú riposte profonditá dell’intelligenza.

In Italia, eccetto il Guerrazzi, che, qua e colá, vi tende, questa forma non ha trovato, ancora, la sua espressione. Il Leopardi è il poeta di questa situazione; ma questo grande infelice rimane, sempre, ne’ confini del patetico, e talora rasenta l’ironia, senza giungere, mai, fino all’«umore». Se fosse possibile che Leopardi avesse un successore, costui sarebbe il poeta umoristico dell’Italia.

Che cosa, dunque, è l’«umore» tra noi? Una pura forma, vuota di significato; una forma meramente letteraria; un va e vieni disordinato, con una intenzione umoristica, senza giungere ad afferrare che le parti esteriori, il superficiale meccanismo. Il signor Bonamici, autore del Giornale di un viaggio nella Svizzera, si è valuto del viaggio come di un mezzo a cacciar fuori tutte le sue impressioni e tutti i suoi ghiribizzi; e per la forma, che ha scelto, merita di essere allogato tra gli scrittori umoristici. È giunto, egli, a questa altezza? L’«umore» ha in lui, un significato serio? Ha egli tutte le qualitá richieste?

Non so chi si cefi sotto questo nome; ma basta leggere il suo libro per dire: — Gli è un uomo di non volgare ingegno. — Egli, dunque, deve saper estimare le sue forze, e rispondere egli medesimo: — No! Non mi sono levato a questo tipo di perfezione. — Quanto alla critica, nella presente mediocritá, il suo uffizio è di tenere, sempre, alto ed immacolato l’ideale