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ii4 saggi critici

nuovo e stupendo esempio. Credete voi che Dante porga orecchio alle parole dello spirito? ch’egli senta pietá? ch’egli risponda? Punto del mondo. Lo spettacolo incredibile ch’egli ha innanzi tiene a sé avvinti i suoi sguardi, e gli ruba le parole; lo spirito parla; e Dante guarda:

     Come d’un stizzo verde, che arso sia
Dall’un de’ lati, che dall’altro geme,
E cigola per vento che va via;
     Cosí di quella scheggia usciva insieme
Parole e sangue: ond’io lasciai la cima
Cadere, e stetti come l’uom che teme.

Ciò che colpisce Dante non è il significato delle parole, ma che una pianta parli e sanguini; la qual vista fa sopra lui un effetto tanto potente, che tira a sé lo sguardo, e gli chiude l’adito ad ogni altra impressione: tutta la sua anima è raccolta nell’occhio. Esempio perfettissimo di rappresentazione diretta; poiché il poeta senza cavar nulla dal di fuori, senza osservazioni, solo narrando, con sole gradazioni tratte dal fondo stesso della situazione, porta il maraviglioso a poco a poco e seco l’impressione che vi corrisponde insino alla sua ultima punta.

In questo fantastico quanto vi è di patetico! quanta malinconia in quelle frondi di color fosco! e in quel gemere misterioso che, come dice il Tasso,

... un non so che confuso instilla al core
Di pietá, di spavento, e di dolore!

Ma perché qui questi particolari patetici sono lasciati nell’ombra, ed il poeta appena appena li accenna? di color fosco, fanno lamenti, tragger guai, ecc. Perché lo sguardo qui usurpa il luogo di tutte le altre facoltá; perché la meraviglia impedisce ogni altro sentimento, perché io non sento i primi suoni di un istrumento nuovo e bizzarro che mi faccia attonito. Ma quando il fantastico è esausto, e l’occhio si ausa alla scena, nuovi sentimenti succedono ed il patetico vi si può dispiegare. E giá un