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Lezione XIV

[GRADI DELLA DEPRAVAZIONE]


Vi ho esposto il concetto generale dell’inferno, la depravazione dell’anima: oggi vi mostrerò il concetto ne’ suoi momenti successivi: la progressiva e graduata depravazione dell’anima. Qual è l’ordine con cui l’inferno procede? e vi è ordine nell’inferno?

Quando noi ci poniamo a leggere un romanzo, un poema, per es. la Gerusalemme liberata, il Paradiso perduto di Milton, la Messiade di Klopstok, non possiamo deporre il libro prima di esser giunti alla fine, sentiamo un bisogno di percorrerlo tutto perché l’azione procedendo in mezzo a contrasti genera curiositá, e sospensione crescente. Al contrario è ben difficile che anche un uomo molto paziente legga molti canti di seguito della Divina Commedia, perché non vi è azione, ma quadri staccati, di cui ciascuno è compiuto per sé: quando prendiamo interesse per un personaggio, sparisce per dar luogo ad un altro: è come una rapida fantasmagoria in cui paesi succedono a paesi, figure a figure. Questo difetto di azione, di interesse, di curiositá, di sospensione è un rimprovero che un traduttore francese di Dante ha fatto alla Divina Commedia, senza comprendere che questo procede da necessitá di suo argomento. Nel regno dell’immobile e dell’immutabile l’azione sarebbe un controsenso: egli non ha voluto sforzare il suo argomento introducendo un’azione che non potea patire. Che anzi quell’azione stessa, o meglio apparenza di azione che vi è, il viaggio di Dante, l’ostacolo che vi trova