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Lezione X

[CARATTERE DI DANTE]


Dante si è sentito vecchio, quando la penna gli si è illanguidita nella mano. L’entusiasmo è un fuoco sacro, che mai non si smorza nella sua anima.

Nella sua vita vi sono tre tempi. Nell’etá giovanile tutto suona di Beatrice. Appresso, entrato nelle pubbliche faccende, Firenze diviene il centro ove convergono tutt’i suoi pensieri. Da ultimo, datosi con piú acceso studio alla teologia ed alla filosofia, il suo orizzonte si allarga. Esce dalla piccola Firenze, e s’innalza ad una unitá non solo italiana, ma umana; diviene cosmopolita. Mette da canto i contemporanei, e pensa alla posteritá; non gli basta la fama, vuole la gloria. L’amore di Beatrice diviene l’amore del divino, e si purifica di ogni personalitá.

Certo, quando noi invecchiamo, siamo soliti di generalizzare, e quello che era sentimento, si trasforma in massima e sentenza. Ma qui il particolare sopravvive in una forma piú alta. E sotto alla umanitá rimane pur sempre Firenze, che fa battere il cuore dell’esule, e ve ne accorgete dalle sue stesse imprecazioni. E sotto alla Beatrice del suo pensiero sentite la Beatrice del suo cuore. E quando si mostra solo pensoso della posteritá, e si professa non timido amico del vero, non gli credete. Vi è troppa bile nella sua veritá, troppa passione nella sua giustizia. Col pensiero de’ posteri si accompagna il desiderio della vendetta, l’odio de’ nemici, l’amor di parte, la speranza del ritorno, tutti gl’interessi di quei tempi. Ond’è che la passione penetra al-