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beatrice 6i


in cui affisare patria, monti, mare, costumi, caratteri, passioni, opinioni, che determinano il suo sentire: la poesia non si fa a priori.

Il sistema storico è stato dunque utilissimo all’arte, allontanandola dalle generalitá, da’ luoghi comuni, dal fattizio e dal convenzionale e dandole il senso pratico della vita. Se non che gl’ingegni mezzani sono rimasi stagnanti in mezzo al reale, contentandosi di ritrarre la sola sua faccia esterna.

Il Rosini e il Manzoni appartengono sostanzialmente alla stessa scuola. Nel primo il sistema è applicato in tutta la sua logica ruvidezza: dicesi che egli se ne vanti e ne ha ben ragione. Il Manzoni è meno logico, perché piú poeta, o, per dir meglio, perché poeta, avendo la natura negato affatto al Rosini ogni facoltá artistica. Vedete la sua Monaca di Monza. Poniamo pure che ivi sia puntualmente rappresentato tutto ciò che la storia ha di estrinseco, costumi, usanze, vesti, fogge, opinioni, ecc. Ma qual prò, se tutto questo non è che un vacuo aggregato, ove non spira un alito di vita, se tutti quei personaggi mi hanno aria quasi di quelle macchinette, trastullo del volgo, le quali hanno al di fuori tutti i movimenti di essere animati senza alcuna loro virtú interiore, mossi da una mano nascosta dietro la tela?

Vedete al contrario i Promessi Sposi. Perché mi domandate a qual secolo appartiene Lucia o Federico, e se sia un mondo storico quello che ci spiega davanti il poeta? È il mondo dell’anima, un mondo ideale cristiano, che egli gitta in mezzo alla varietá storica di un tempo e di un luogo; è la repubblica del Vangelo, il promesso regno di Cristo, l’ideale del sacerdozio individuato in alcuni esseri di una perfetta realtá rispondente a quel tipo, che irradia e conforta di celeste luce un secolo di ferro, in cui il male, senza perder nulla della sua ferocia, era giunto all’ultimo dell’abbiettezza.

Il reale è l’esistere materiale preso per sé, di sua natura accidentale ed arbitrario. Ciascuna realtá ha la sua poesia soverchiata, oscurata, annullata dagli accidenti: l’ideale è per rispetto al suo esistere materiale sempre un di lá non raggiunto