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allegoria del poema dantesco 47

La selva è allegoria, come quella di ser Brunetto; perché ivi abbiamo due realtá distinte, di cui l’una è figura e adombramento dell’altra: la selva è l’immagine della terra, d’Italia, di Firenze, di Roma, poco monta; la conclusione è la stessa, è sempre lo stato terreno, lo stato di passione e di errore con questo o quel contenuto: il leone, la lonza e la lupa sono immagini dello stato morale degli uomini terreni, sia che il poeta vi adombri i vizii in genere, o gli uomini viziosi, o la tale cittá, o il tale uomo; il concetto è sempre lo stesso in un contenuto più o meno particolare. Immaginate ora che Dante, in luogo della selva, abbia rappresentato lo stato terreno, descritto la societá del suo tempo, quegli uomini, quei costumi, quelle passioni: dove sarebbe piú l’allegoria? Ebbene, l’allegoria finisce con la selva: l’altro mondo è rappresentato non sotto figura, ma in se stesso, nella sua immediata realtá: qui non abbiamo lettera e simbolo scissi, non fatto e significato l’uno fuori dell’altro: l’altro mondo non è il simbolo di qualche altra cosa, ma è il mondo razionale stesso effettuato: il concetto e la realtá sono compenetrati. Nondimeno l’altro mondo, come realtá concreta, è piú ricco che la sua idea, il mondo astratto della ragione; e contiene infiniti particolari ed accidenti proprii, i quali, non che offuscar l’ideale, servono a dargli l’evidenza della vita. E parimente i personaggi che abitano l’altro mondo, Dio, gli angioli e i demòni e gli uomini non sono piú esseri allegorici, segno di qualche cosa che non è loro, ma se stessi, compiute persone poetiche, in cui il concetto non è estrinseco, ma il loro stesso ideale, la loro stessa anima. E tutto questo è rappresentato con tanta serietá, con tanta pienezza di vita che io non so perché quelli che reputano l’altro mondo una figura non dicano altrettanto della guerra troiana e del Paradiso perduto. Che vogliono intendere essi? Che l’altro mondo non sia una congregazione empirica di fatti? Che esso abbia un significato? Ma certamente: ogni poesia ha il suo significato, il suo concetto; e se perciò me la chiamate allegoria, ogni poesia è allegoria, qual è l’ultima conseguenza del sistema di Creuzer. Che se quello che dite senso allegorico della Divina Commedia è il