Pagina:De Sanctis, Francesco – Lezioni sulla Divina Commedia, 1955 – BEIC 1801853.djvu/342

336 appendice


l’inferno non rimane una concezione isolata nel mondo moderno, anzi il brutto si estende sempre piú nell’arte, e dal Boccaccio, dall’Ariosto, dal Cervantes si giunge fino al Leopardi ed al Byron, fino al Mefistofele di Goethe, che è l’incarnazione del brutto, il brutto come brutto; è necessario che noi prendiamo ad esame questa questione, cercando la spiegazione di un fenomeno tanto straordinario.

Cominciamo dal fatto psicologico. Innanzi ad un oggetto bello, il corpo involontariamente si china sul davanti, gli occhi prima vaganti vi si fissano sopra, e la fantasia svegliatasi d’un tratto vi lavora su. E se tu sei poeta te lo approprii e lo riproduci nella tela, nel marmo, nella parola. Innanzi ad un oggetto brutto gli occhi si chiudono per metá, il corpo piega indietro, quasi in atto di allontanarsi, il naso si raggrinza, e le labbra fanno un movimento laterale, con una contrazione delle guance, come si fa quando si sente cattivo odore. Egli è che l’anima ha un orrore ingenito per il brutto; egli è che l’uomo è un animale estetico. E perciò stando a questa impressione, il brutto non può non dee far parte della poesia. Nondimeno, quando noi vediamo il brutto esser tanta parte della poesia moderna, non dobbiamo starci contenti a questo, dobbiamo spingere piú oltre le nostre ricerche.

Secondo il concetto cristiano il corpo non è l’espressione dell’anima, come presso i Greci, ma la prigione dell’anima. Il cristiano tiene a vile la materia, e macera il corpo co’ digiuni e co’ cilicii; il corpo è per lui il velo, l’apparente; il sostanziale è nello spirito. Onde nella poesia romantica si tiene poca cura della forma esterna, intorno a cui travagliavano tanto i Greci. La poesia è tutta nello spirito, al di dentro; ma come la materia poetica non è il concetto astratto, ma il fantasma prodotto dalla fantasia; egli avviene che lo spirito lampeggia al difuori, in alcuni tratti che attirano a sé l’attenzione, e le rubano tutto ciò che vi è di brutto nel rimanente.

Il tipo del bello cristiano è il Cristo, sozzo di sangue. Ma chi vuoi che guardi alle sue piaghe, quando ha innanzi quella faccia su cui splende tanto di cielo? Tale è la bellezza del martire