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come si trasfigura il brutto 33i


di sette bellezze imperfette ne fece una perfetta. Questo è un modo assurdo di concepire l’arte. Ponetevi quanti occhi, bocche, nasi che vogliate, se non avete ingenito il tipo del bello e la forza di riprodurlo, avete un bel da comporre e separare, non ne caverete mai nulla. Eppure l’influenza di questa scuola si diffuse anche fra personaggi dottissimi. Vedetelo nel giudizio che T. Tasso, dottissimo poeta — piú poeta se non fosse stato cosí dotto — , porta sull’Achille d’Omero. Egli dice che non è compiutamente bello, che non è conforme al tipo semplice: perché iroso, e per capriccio d’una schiava abbandona i suoi: ed è troppo selvaggio contro Ettore. Al contrario Goffredo è perfetto, ornato di tutti i pregi, né vi è vizio o cosa che lo deturpi. Ma appunto per questo Achille è creazione vivente che attraversa i secoli, sempre giovane, laddove Goffredo non è che una concezione secondo un tipo astratto, ed è meno interessante. Dove porta questa dottrina? Vedetelo nell’estremo che mostra il difetto di essa. Dalla semplicitá greca viene a terminare nell’astratto intellettuale, nella morale sapienza. Vedete in Gravina. Egli è uomo di molta dottrina e scienza: eppure la sua Ragione poetica, quantunque sia eccellente per alcune osservazioni, è falsata nella sua base, poiché pone per essenza della poesia la sapienza morale. Con questa stregua egli giudica Dante, Petrarca, Ariosto, Tasso; di cui egli faceva una cattiva ed infelice applicazione nelle sue tragedie.

La romantica al contrario sostiene che non solo il brutto non deve essere bandito dall’arte, ma è indispensabile, ed essenziale elemento dell’arte moderna. La poesia, dice Schlegel, deve rappresentare la vita reale qual essa è; mista di bene e male, di gioie e dolori, di morte e vita, di brutto e bello. Uscite nella via: voi troverete un funerale, con accompagnamento di gente mesta: accanto a loro sono per istrada fanciulli che giuocano: altri che sono ubbriachi. Entrate in un’anticamera regia: troverete ancora i resti d’un banchetto: a guardia vi stanno servitori confabulanti. Dentro vi è una dama ambiziosa che uccide il proprio figlio con un pugnale. Insomma, accanto al ridicolo vi è il sublime, accanto la tragedia la commedia.