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il paradiso 3i5


torno. Volgendosi in fine per domandare alcuna cosa alla sua guida, la sua guida è scomparsa. Beatrice apparisce nell’inferno con tutti gli affetti di una donna. La vedi lusinghiera verso Virgilio, angosciosa per il pericolo di Dante, mossa dall’amore; un pittore potrebbe dipingerla. Nel purgatorio, quantunque nascosta in una nuvola di fiori ha pure una fisonomia.

                                    Regalmente nell’atto ancor proterva.      

Nel paradiso scompare ogni parte terrestre; l’amore purificato diviene un affetto maferno e Dante l’ama con caritá filiale. Espresso simbolicamente il riso della donna amata, l’interesse languisce; ma qui è la Beatrice poetica del paradiso; qui la parola esprime con chiarezza drammatica i sentimenti dell’uno e dell’altra. Le parole di Dante sono affettuose, ma di un affetto misto di gratitudine e di riverenza. Beatrice è in un’attitudine determinata:

                                    E vidi lei che si facea corona,
Riflettendo da sé gli eterni rai.
     

Il suo sorriso il suo ultimo sguardo ha un significato; è lo sguardo dell’addio, è l’amore terreno che va a dileguarsi nell’amore di Dio. Ella ama Dante in Dio:

                                         Cosi orai; e quella si lontana,
Come parea, sorrise e riguardommi:
Poi si tornò nell’eterna fontana.
     

A Beatrice succede S. Bernardo, il fedele di Maria:

                                    Perocché io sono il suo fedel Bernardo.      

Anch’egli è in un’attitudine concreta, che s’imprime nella memoria, ciò che non è di S. Giacomo S. Giovanni e degli altri, luci senza figura e senza colore.