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il paradiso 307


vede la scienza in Dio, e la presenta come una visione, venutagli immediatamente dallo spirito di veritá, anzi che come un trovato della mente umana, per il lento processo della dialettica. Quindi è che la sua forma è per lo piú storica, narrando quello che vede anzi che dimostrando.

Terzo, non solo il tempo gli dava un contenuto ed una forma poetica, ma anche il sentimento. È una scienza che versa intorno a’ problemi dell’umano destino, di un interesse generale e che fa battere tutti i cuori. Oltre che la scienza era allora ancora privilegio di pochi e si rivelava agli spiriti maravigliati, come un mondo nuovo. Ond’è che a Dante non si presenta solo un’arida materia sillogistica; ed alla novitá e vigore delle sue immagini ti accorgi dell’entusiasmo che lo animava. Aggiungi il sentimento politico. Quella scienza era per lui un sistema di partito, una rivelazione di Dio per fondare la societá nel modo che egli pensava.

Ma lo stesso suo tempo menomava questi vantaggi. Gli dava un contenuto poetico, ma troppo astratto, troppo vuoto di umanitá. Dio, gli angeli, i santi, le intelligenze rimangono in un oscuro indeterminato. Gli dava una forma poetica, ma insieme la forma scolastica, una congerie di sillogismi, dilemmi, entimemi, divisioni e distinzioni. Gli dava un sentimento politico, ma con questo un amore entusiastico della pura scienza, che spesso prevale e tirandolo negli aridi campi della mistica gli fa dimenticare la terra.

Lezione XIII

[Insufficiente concretezza del contenuto scientifico:
immaginazione, non fantasia.]


Ogni poesia suppone una metafisica; il mondo dantesco la contiene in sé nella sua forma diretta di pensiero; vi è la teoria e la pratica l’una accanto all’altra. Non di meno questa metafisica divenuta giá teologia è giá materia non solo dimostrabile, ma visibile; ha innanzi corpi in luogo di pensieri. Cosi per esempio