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306 dai riassunti delle lezioni a zurigo


in lá e domandarci che cosa è quella forma e che cosa è quel sentimento, ma ciò facendo, noi varchiamo un abisso, travalichiamo i termini della poesia e passiamo nel campo della scienza pura. Questo abisso Dante lo ha varcato, e dal cerchio delle forme e de’ sentimenti ora s’innalza al cerchio della pura speculazione, al che veniva fatalmente attirato dalla natura del suo paradiso, quale glielo dava il suo tempo. L’azione ne è sbandita; ogni traccia di umano è cancellata: non ci è campo che alla vita contemplativa. Dio è spirito di veritá; la scienza è dipinta in lui. I beati veggono in lui la scienza, e tutto quello che pensano gli altri; l’anima non ha piú segreti per loro. Abbiamo dunque un paradiso dell’intelligenza presa in se stessa e separata dalla realtá. D’altra parte il male per Dante è l’ignoranza, né l’uomo può andare a salute che per mezzo della filosofia e della teologia, di Virgilio e di Beatrice. Sono due falsi principii sui quali è fondato il paradiso, e che doveano tirarlo a mettervi per fondamento la pura scienza, il puro spirito. Trovava egli però nel suo tempo alcune condizioni favorevoli alla poesia. Vi sono certe epoche nelle quali la scienza comparisce sotto l’aspetto di mito o di favola, cioè con un contenuto materiale, prima religioso e poi poetico. Allora la scienza appartiene alla poesia che lavora lungamente quel sentimento in tutti i suoi aspetti materiali. Tale fu la poesia primitiva degli Indiani e de’ Greci. Ma quando vi penetra il puro pensiero, e quel contenuto apparisce un semplice mito o velo allegorico, la poesia si gitta in altri indirizzi della vita per lasciarli ad uno ad uno secondo che sono penetrati nella scienza, insino a che esausto il ciclo di tutta l’esistenza, finisce coll’esser vinta dalla scienza e muore a poco a poco, per risorgere quando la scienza sará esausta a sua volta. Ora a’ tempi di Dante la teologia era calata in un contenuto perfettamente determinato, sicché in luogo di rimanere nel campo del puro pensiero il poeta può contemplarlo vivente nel mondo; in luogo di spiegare può rappresentare.

Secondo, quando la scienza ha molti contradittori, prende per farsi valere la forma dimostrativa o logica. Al contrario quando è ammessa da tutti, la sua forma è dommatica o narrativa, è una esposizione anziché una dimostrazione. Dante