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il paradiso 30i


La risposta di Dante, bella di concetto, ha un non so che di didascalico, che la rende pedantesca. Cacciaguida ripiglia la parola, e descrive la Firenze de’ suoi tempi in opposizione alla Firenze di Dante. È una poesia mista di satira e di elogio, ora brusca, rapida, serrata, ora copiosa, piena, soave. I particolari storici sono intromessi con particolari di natura piú generale ed illuminati da accessorii che li rendono intelligibili. Di mezzo ad essi emergono a quando a quando tratti durabili, che si riferiscono ad ogni tempo e ad ogni luogo. Tale è la donna che veglia a studio della culla, usando l’idioma che suol trastullare i fanciulli, cosí caro a’ padri» e alle madri. Una donna filando racconta le storie di Troia e di Fiesole. Sono vere pitture fiamminghe, scene di vita domestica. La rappresentazione di Firenze si va a restringere nelle famiglie fiorentine e nella persona di Dante.

Lezione X

[La passione di famiglia e di partito: Cacciaguida (c.. XVI).]


Rispondendo Dante a Cacciaguida, gli parla col voi; il che fa ridere Beatrice; onde il poeta raccoltosi in sé fa delle considerazioni sul valore della nobiltá. Nelle quali trovi l’immagine del mantello raccorciato dall’uso e dal tempo che va intorno colle force, che ne fissano la forma. Indi Cacciaguida ripiglia la parola, e si fa [a] parlare delle antiche famiglie fiorentine. Il contenuto è lo stesso, che nel canto precedente, cioè il paragone tra l’antica e la nuova Firenze. Pure qui trovi un soggetto aridissimo, una infilzata di cognomi, ciò che ha avuto un gran valore per i contemporanei, ma per noi di nessuno interesse. Non di meno l’argomento è stato alcun che lavorato dall’ingegno ed innalzato a valore poetico. Dante dapprima ha veduto il significato di quei nomi cagione della differenza. Nell’antica Firenze trovi Fiorentini discendenti da’ Romani, una cittadinanza pura fino nell’ultimo artista. Nella nuova Firenze la popo-