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il paradiso 287


scomparse. E come tutti i corpi si risolvono in una sola forma, cosí tutti gli affetti sono amore, tutti i sentimenti sono beatitudine, tutti gli atti sono contemplazione. E l’amore, la beatitudine, e la contemplazione si mostrano anch’esse sotto forma di luce.

                                         Luce intellettual piena d’amore,
Amor di vero ben pien di letizia,
Letizia che trascende ogni dolzore.
     

Ecco dunque tutto l’universo ridotto alla luce, materia di un’ode o di una canzone; ma come su di una forma tanto semplice si può edificare 33 canti? Aggiungi, che la luce non patisce qui alcuna determinazione, non essendo considerata in se stessa secondo le sue leggi fisiche, ma come immagine dell’infinito. Datele forma di lettere o di un’aquila, come per ragioni politiche ha fatto Dante una volta, e voi me la rimpicciolite.

Non è possibile dunque alcuna determinazione e siccome salendo di sfera in sfera si ha maggior beatitudine, non rimane ad esprimere questa gradazione se non un piú ed un meno, piú luce, meno luce. Per condurre innanzi il suo poema Dante è ridotto ad una semplice scala quantitativa. Dovendo lavorar sempre intorno alla medesima forma, ci sono certi momenti, ne’ quali la fantasia lo abbandona ed allora si esprime aridamente o acutamente.

                                              ... E quale io allor vidi
Negli occhi santi amor, qui l’abbandono.
     
Poi:
                                    E gli occhi avea di letizia si pieni,
Che passar mi convien senza costrutto.

     E tal nella sembianza sua divenne.
Qual diverrebbe Giove, s’egli e Marte
Fossero augelli e cambiassersi penne.