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282 dai riassunti delle lezioni a zurigo


trasformazione dall’amore. Divenne un ideale a cui l’amante attribuí tutto quello ch’egli sapea attribuire di piú perfetto. Cessò di essere la figlia di Porti nari; divenne la figlia della mente di Dante. Questa Beatrice la troviamo nelle sue rime. Beatrice mori; la morte è una seconda trasformazione. Secondo il concetto cristiano il corpo è una prigione, e la morte è l’ora della libertá. Quindi i pittori rappresentano il cristiano morente circondato di angioli, e col sorriso diffuso sui tratti agonizzanti, presentimento del paradiso. E mai la morte cristiana non è stata dipinta con tanto splendore, con quanto in una canzone di Dante, nella quale immagina Beatrice salente al cielo. Beatrice morta diviene una santa, di una bellezza tutta spirituale; l’amore si spoglia di ogni furore di sensi, di ogni inquietudine di desiderio.

Dopo alcun tempo Dante dimenticò Beatrice; e quando nel tempo della sventura se ne risovvenne, era ella la stessa? Dante si era trasformato, e seco si era trasformata Beatrice. Noi sogliamo porre il nostro ideale in una persona amata; Dante l’avea collocato in Beatrice. E quando la persona amata sparisce, se tu non hai la forza di crearti un altro ideale, la tua vita rimarrá vuota senza scopo, una lunga agonia, o tu finirai come Werther e Iacopo Ortis. Ma se la tua anima è ricca e possente, tu avrai la forza di svincolare di colá il tuo ideale, e fattolo libero dargli nuove forme e nuove condizioni. Vi sono quattro o cinque parole che hanno virtú di far battere il cuore e che trovi di continuo ripetute nella storia sanguinosa del genere umano: religione, scienza, libertá, patria, umanitá. Queste idee però non operano, se non quando dalla fredda ragione sono calate nel cuore divenute immagini e sentimenti. Allora la mia idea mi ride e mi luce innanzi e prende bellezza di forma come fosse un’amata donna, e noi l’amiamo con lo stesso ardore onde abbiamo amato una donna. Questo nuovo ideale di Dante è la scienza, che egli chiama la donna gentile e la regina dell’universo. È il secondo amore che s’immedesima col primo; il secondo ideale che tira in sé i due primi. È l’idea fatta donna, fatta Beatrice, l’eterno femminino di Goethe.