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278 dai riassunti delle lezioni a zurigo


mestieri la grazia di Dio. Quel pensiero che gli fa sentire il male e lo sospinge verso il bene è una ispirazione di Dio, un pensiero divino, di cui l’uomo non ha una chiara coscienza, che sfugge alla riflessione. E siccome in sogno l’uomo non è turbato dalla carne ed è meno soggetto alla riflessione, l’autore adopera il sogno per esprimere il confuso sentimento che ha del suo passaggio da uno stato nell’altro. Nel sogno, dice il poeta, la mente pellegrina

                                    Piú dalla carne, e men dai pensier presa
Alle sue vision quasi è divina.
                                                                           (canto IX)
     
E altrove:
                                    Mi prese il sonno; il sonno che sovente,
Anzi che il fatto sia, sa le novelle.
                                                                      (canto XXVII)
     

Perciò quando passa nell’inferno, cade come uomo preso dal sonno, e si trova nell’inferno senza che egli ne sappia il come. Quando passa nel purgatorio, sogna che un’aquila lo rapisce nella sfera del fuoco. Si accorge di passare da un punto a un altro; non sa ancora per opera di chi: è Lucia che era venuta a prenderlo. Quando ha espiato i quattro peccati piú gravi, gli apparisce l’immagine de’ tre ultimi peccati; ma non sa chi sia la donna che ne lo libera: questa donna è Beatrice. Quando passa nel paradiso terrestre acquista una chiara coscienza del passato, della vita attiva, ed ha un presentimento dell’avvenire, della vita contemplativa. È il piú bel sogno della Divina Commedia. Questi due stati sono rappresentati sotto la figura di due donne, Lia e Rachele, delle quali l’una si adorna per farsi bella e potere un giorno mirarsi allo specchio, mentre l’altra sta immobile, in una perpetua contemplazione. Ma quando Dante è entrato nel paradiso terrestre al tutto purificato, riconosce Beatrice ed acquista una chiara coscienza del suo passato, cioè a dire ha una chiara cognizione del male da cui s’è liberato. Qui dunque la forma del sogno sparisce e manifesta se stesso subbiettivamente.