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il purgatorio 277


l’eterno; ed il bene è la contemplazione dell’eternitá, cioè a dire l’assoluta scienza, che mette capo in Dio, pura intelligenza. Per Faust il male è la pura scienza. Egli studia, studia senza riempiere il vuoto dell’animo e sente il bisogno di uscire dall’astrazione e gittarsi nella realtá. L’uno viaggia per i mondi dell’Eterno, l’altro percorre tutte le fasi del mondo storico antico e moderno. Egli è che il Dio di Dante è la scienza pura, il puro spirito; laddove il Dio di Goethe è il mondo vivente, lo spirito incorporato e realizzato. Donde nasce nella somiglianza dello scopo tanta diversitá nel contenuto delle due poesie. A ciò si aggiunge un’altra differenza. Amendue sono simboli dell’idea. Faust rimane rigorosamente simbolico; è l’idea fatta persona, nella quale non si trova altra qualitá che quello solo che si riferisce all’idea. Nessuna determinazione di luogo e di tempo; nessuna traccia di passioni, di partiti, di odii, d’inimicizie, di amori, d’interessi estrinseci alla concezione generale. Quindi dove l’allegoria non può esser colta, Faust rimane un personaggio freddo ed inintelligibile, massime nella seconda parte. In Dante al contrario ci sono due uomini, l’uomo ed il tale uomo, vale a dire del tal secolo, della tale cittá, del tale partito, con le tali passioni, convinzioni ecc.: ed è questa ricca personalitá che rimedia a quel non so che di glaciale e di astratto che è in tutte le allegorie, ed insinua il calore e la vita nella poesia. Sicché anche dove il significato simbolico rimane oscuro, resta la lettera vivente, che basta ad assicurare alla poesia un interesse permanente. Oltre a queste due differenze di fondo, c’è una differenza notabile di forma. Faust ha una chiara coscienza del suo successivo trasformarsi; e perciò può analizzare se stesso e manifestare drammaticamente quello che avviene nel suo spirito; indi la ricchezza lirica o subbiettiva del colorito. Dante quando si manifesta come il tale uomo, si esprime chiaramente e riccamente, come nelle sue parole a Niccolò III e nella sua digressione sull’Italia. Ma quando egli è un personaggio simbolico, e passa da uno stato nell’altro, sceglie una forma tutta particolare, che merita di essere osservata. L’uomo secondo il poeta non può rilevarsi dal male con le sole sue forze; gli è