Pagina:De Sanctis, Francesco – Lezioni sulla Divina Commedia, 1955 – BEIC 1801853.djvu/280

274 dai riassunti delle lezioni a zurigo


Quantunque scomunicato confida nel perdono di Dio e si pente. Nelle sue parole trovi una gran fede in Dio, molta pietá, che gli fa adoperare tenere immagini per rappresentare il suo corpo; non ombra o d’odio o d’ira contro il papa, contro il pastor di Cosenza, contro i suoi nemici. Ma dove il pentimento si mostra veramente drammatico, è in Dante, il vero protagonista del purgatorio. Il pentimento per le anime è un passato, per Dante è un presente.

Lezione VIII

[Limite poetico del canto delle anime.

La casta bellezza del paradiso terrestre.]


Il pentimento è il concetto organico del purgatorio, nel quale si riuniscono i due termini opposti, la memoria della colpa e l’aspirazione alla virtú. Cosi nelle pene talora troviamo un’immagine del passato, come negli irosi, negli invidiosi, nei lussuriosi, talora un’immagine dell’avvenire, come nei superbi. Parimente nelle anime oltre alla memoria del passato troveremo quella pace e quell’amore, che esprime l’avvenire. E giá si è potuto veder questo in alcuni individui, come nella Pia ed in Manfredi, cosí spogli di ogni cattiva passione, di una natura si dilicata e soave. Ma noi lo vedremo ancora piú spiccatamente [nei] cori, dei quali è privo l’inferno regno dell’odio. Le anime stanno tra loro come fratelli; incontrandosi si baciano una con una; insieme ricordano le colpe e le abborrono; insieme contemplano le virtú e se ne innamorano; effondono i loro sentimenti insieme, cantando a coro. Il canto è l’ultima espressione del purgatorio, la sua lirica. E se il poeta avesse composti de’ canti, che esprimessero i diversi affetti delle anime, dolore, amore, pentimento, preghiera, sarebbero questi le gemme del poema, ma l’autore si è tenuto stretto ai canti della Chiesa, de’ quali cita in latino il primo versetto. Certo questi salmi sono scelti con giudizio, e corrispondono al sentimento presente delle