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a poco tutta l’umanitá; a noi par di assistere allo spettacolo della creazione: a noi sta innanzi una epopea, anziché un trattato scientifico. Prendiamo la prima quistione: — Come le ombre possono esprimere le loro sensazioni? — Stazio che risponde a questa domanda, non intende giá a dimostrare alcun principio; egli fa la storia della formazione del corpo umano fin dall’alvo materno, anzi piú su fin dal primo movimento del sangue. Dopo i misteri della generazione, voi vedete il feto che cresce e si sviluppa come una pianta; poi la pianta si move, acquista sensi, prova sensazioni; l’anima vegetativa si trasforma in anima sensitiva; la pianta si trasforma in animale; poi Dio vi spira entro l’anima razionale che si fonde colle altre due. L’anima separata dal corpo per morte racquista la virtú formativa, ed operando sull’aria che la circonda si fa un corpo simile a sé, che prende una figura conforme alle sue sensazioni, il piangere, il ridere, il parlare, il sospirare:

                                    Indi parliamo, ed indi ridiam noi, ecc.      

Or questo non è una dissertazione; è un racconto i cui protagonisti sono la natura e Dio. Incogniti al senso; ma che importa? Non vediamo il motore; vediamo il movimento; non vediamo la scintilla elettrica, ma vediamo con terrore poetico i suoi effetti nella folgore e nel terremoto. Egli è in questa mobilitá di cose che ci si succedono innanzi, in questa forma storica che è posta la prima condizione della poesia. Ma ciò non basta: il rimuovere la dimostrazione, il sostituirvi la forma storica è un ostacolo vinto, una negazione allontanata; ma non siamo ancora in poesia. Abbiamo il linguaggio di Teofrasto o di Aristotile; non ancora il linguaggio di Dante. I particolari che Dante ci espone, sono fatti e pensieri, materia intellettuale e sensibile, fatti che si presentano al senso, pensieri che si presentano all’intelligenza; ora i fatti ed i pensieri sono per sé una materia bruta, che dee essere trasformata perché diventi arte. Il pensiero per esser poetico dee uscire dall’intelligenza ed affacciarsi alla fantasia; e quando questa lo ha ricevuto in sé e lo