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panegirico di Dante; io non ho niente a palliare o scusare; Dante non ne ha bisogno. Non vi è uomo si grande, che non sia ad immagine del suo tempo: Dante partecipava a quest’errore: e spesso nel Paradiso si propone uno scopo prettamente scientifico, e vi adopera una forma prettamente scientifica. Nel Purgatorio vi capita una o due volte solamente: ve ne darò un esempio. Dante domanda come l’amore conduca al male; la risposta di Virgilio è espressa con una nettezza maravigliosa, con una brevitá filosofica, che grazie alla proprietá de’ vocaboli non nuoce alla chiarezza, anzi l’aiuta; ma non è poesia; è prosa, perché l’autore si propone di spiegare una veritá, ed il poeta rappresenta, non spiega; è prosa, perché la veritá vi è sviluppata per via di dimostrazione ed il poeta rappresenta non dimostra; è prosa, perché la dimostrazione è fatta con linguaggio e con le formole della scuola, le quali si fanno via attraverso alla forma poetica, come son quelle distinzioni e suddistinzioni, e come nel verso:

                                    Resta, se dividendo bene stimo.      

Dante vi capita un par di volte; in tutto l’altro ammireremo la vittoria del poeta sul critico, dell’ingegno sulla dottrina, e la scienza è piú o meno trasformata sotto l’alito della fantasia.

Cominciamo dal fatto. Finora ci è stato innanzi lo spettacolo; i sensi, la fantasia, il cuore sono stati a volta a volta allettati. Assorti nello spettacolo, noi non ci siamo curati di chiarirne le parti oscure, simili agli spettatori, che sentono con impazienza qualsiasi spiegazione che dar voglia un attore, intenti solo ad appagare il senso e la fantasia. Ma in questa progressiva trasformazione e dissoluzione della carne, in questo perenne movimento dal senso all’intelligenza, noi siamo giá pervenuti a tanta calma di passioni, che possiamo ben soddisfare la nostra mente e chiarire lo spettacolo innanzi alla nostra ragione. Abbiamo veduto le ombre piangere e ridere e sentir fame e freddo. In che modo esprimono le loro sensazioni elle, nude anime, i cui