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esempio di peccato | 249 |
segno che mostra Troia si vile? Quando io dico: «e le biade ondeggiar dove fu Troia», io veggo un campo di biade in luogo di Troia; ma quel segno rimane li senza forma; è un abbozzo di visione, le prime linee dalle quali dee uscire il quadro; non vi è ancora quadro, l’impressione ha ucciso la descrizione. L’unica specie di bellezza che può patire questo genere, è il pensiero, un pensiero a contrasti, il quale, quando è felicemente
serrato in un verso solo, rimane incancellabile nella memoria del lettore:
. . . . . Crasso, [Dicci che il sai di che sapore è l’oro.] Sangue sitisti, [ed io di sangue t’empio.] |
Una specie di bellezza, che troviamo ne’ Trionfi e nella Bassvilliana, come:
Primo pittor delle memorie antiche. Un gran delirio che chiamò sistema. |
Ma chi di voi sa dirmi a che proposito ha detto il Petrarca quel verso, e di quale insieme fa parte? È un bel verso, che rimane pensiero staccato nella memoria; un bel braccio che non sappiamo a qual corpo appartenga, un suono di un’armonia dimenticata, che freme tutto solo nel nostro orecchio; perché in quelle poesie non vi è un tutto organico, ma solo qua e colá di bei pensieri e di bei suoni dispersi. Ma Dante non si sta contento a questo, e lavora la forma, sicché la conduce ad una perfetta descrizione. La moltitudine esprime i suoi risentimenti collettivamente, in tre o quattro parole comprensive, che chiudono in sé tutta una serie d’idee. Finché quel concetto è posto innanzi alla moltitudine delle anime purganti, rimane in un vago indeterminato. Scegliete ora di quelle anime una che pensi e senta come individuo quello che innanzi ha sentito in comunanza colle altre, e ne uscirá una poesia piú figurativa. Quest’anima è Dante, che sta in purgatorio per lo stesso fine delle anime purganti, e pensa e soffre e sente nella stessa guisa. La