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232 secondo corso tenuto a torino: lez. viii


tra loro per sentire piú orrore del male, come fanno di notte tempo gli avari, secondo narra Ugo Capeto.

Ma Dante non può contentarsi di nudi fatti storici, de’ quali si contenta facilmente il Petrarca ne’ suoi Trionfi, i quali talora mi sembrano anzi un calendario di nomi che vivaci pitture poetiche. Dante non può esser contento che le passioni, cosí terribili nell’inferno, sieno qui una mera erudizione, e con l’istinto d’artista va cercando di dar loro un corpo. Nell’inferno elleno hanno un corpo, ed è inganno, in cui si manifestano; nel purgatorio, non essendo piú realtá, ma semplici memorie, il poeta ricorre alla scultura ed alla pittura, e le rende visibili e corporali, mostrandole intagliate e figurate sulle pareti, come sono le figure de’ superbi ed altrettali. Vi è dunque l’inferno in purgatorio, ma in pittura; non sono i dannati che vivono in mezzo alle passioni; sono uomini calmi, che le veggono in ritratto; non sono i guerrieri che con tanta ansietá combattono sotto Sebastopoli; siamo noi, che sotto i portici contempliamo una Sebastopoli dipinta e vi facciamo su le nostre osservazioni. Indi è che il descrittivo entra nel didattico. Quali sono le impressioni che quegli esempli e quelle pitture fanno sulle anime purganti? Talora indegnazione contro i colpevoli, come in quello «Accusiam col marito Safira», dove il fatto è congiunto con l’impressione; talora dolore e pentimento, perché anch’elle sono cadute in quei falli: doppia impressione che si manifesta in vivaci apostrofi ora per bocca loro, ora per bocca del poeta. Ma piú spesso le anime sono si calme, che non sanno appassionarsi, e stannosi contente al semplice ragionamento. Quindi la parte didattica, che non consta d’osservazioni staccate ed appiccate a pompa ed a lusso, che è parte integrale di tutta la concezione: nell’inferno si sentono le passioni; nel purgatorio si ragiona sulle passioni, perché elle son vinte, e non sono piú dentro di noi, ma un oggetto esterno che noi contempliamo e giudichiamo. La parte didattica è d’un’alta poesia, non solo per il contenuto, ma ancora per il sentimento che vi si nasconde al disotto. E quanto al contenuto, ella non versa giá intorno a questa o a quella questione peculiare, di mera curiositá, ma intorno a