Pagina:De Sanctis, Francesco – Lezioni sulla Divina Commedia, 1955 – BEIC 1801853.djvu/229


il canto di ugolino 223


non torcere gli occhi cosí; pensa a vendicarti dell’uccisore. — Egli non ha figli!» — risponde Macduff e ricade nel suo abbattimento. Risposta giustamente ammirata, perché fa intravvedere in colui il desiderio feroce d’ammazzare anch’egli i figli del suo nemico e l’impotenza di soddisfarvi. Ma il concetto di Dante è piú alto. Ugolino ha sotto i suoi denti il nemico, e rimane insodisfatto, e non perché desideri una vendetta maggiore, ma perché il suo dolore è infinito, e non vi è vendetta al mondo che stia all’altezza del suo dolore. È stata notata una somiglianza tra le prime parole di Ugolino e le prime di Francesca; vi è in effetti lo stesso giro di frase, ma con diversa musica. Perché nelle due situazioni vi è qualche cosa di simile e di diverso, uno stesso concetto con diverso sentimento. Amendue ricordano con dolore il passato, cedono alla domanda di Dante, e lacrimano e parlano insieme. Ma per Francesca è un passato voluttuoso e felice congiunto colla miseria presente; è l’inferno congiunto con Paolo, col giardino e col bacio; e la sua anima è si delicata, che ingentilisce il suo pianto ed abbella il suo dolore: onde la mollezza e soavitá di quei versi: è una musica di Bellini. Per Ugolino passato e presente sono d’uno stesso colore, un solo strazio, che sveglia in lui sentimenti feroci e ravviva la sua rabbia; attraverso le sue lacrime vedi brillare la cupa fiamma dell’odio. Il «rodere» è posto accanto al lacrimare; quell’uomo piange, ma il suo pianto ti spaventa, t’intenerisce e ti fa rabbrividire; e ti pare a ogni tratto che in mezzo alle lacrime, mutato il dolore in rabbia, dia di morso a quel teschio, massime quando pronunzia alcuna parola che ce lo ricordi, come il suo terribile «tal vicino». «Vicino» risveglia idea benigna d’usanza e di dimestichezza di uomini che vivono e usano insieme; ma in bocca ad Ugolino diviene una sanguinosa ironia; egli scherza sul cranio del suo nemico.

Fin qui voi avete il solo preludio, una musica terribile senza le parole, i sentimenti dell’anima senza l’azione che li hanno prodotti. Il sipario ora si alza, ora comincia la rappresentazione. E un uomo che racconta i dolori della sua prigionia. Un poeta francese ha scritto Gli ultimi giorni d’un condannato a morte.