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la parola «meretrice», con cui qualifica la servilitá della Chiesa, rimasa proverbiale; o come quando chiama la simonia «adulterio» e l’avarizia «idolatria». Adulterio ed idolatria non solo significano il fatto materiale, ma entra in loro come elemento la santitá del matrimonio ed il vero Dio. Queste idee generose, che qui fanno bello Dante, compariscono e passano. Provatevi a svilupparle, a lavorarle, e voi cadete nel rettorico e nel declamatorio. Un oratore al contrario, che discorrendo del papato moderno ci parlasse di Cristo e degli Apostoli, farebbe ridere, e parrebbe che ci facesse un idillio: perché l’ideale del poeta è l’umanitá, e l’ideale dell’oratore è il tempo e la societá in cui vive. Questo è poesia, non solo perché le idee vi sono rappresentate e non sviluppate, ma ancora perché elle sono manifestazione di un animo appassionato. L’ironia la caricatura il sarcasmo non sono forme oratorie; nell’orazione entrano come passaggi incidenti motti, ma non come sua forma essenziale; una orazione non può essere tutta una caricatura un’ironia, una satira un’invettiva, come ironica è tutta la famosa poesia del Parini, e come sarcastica è quest’invettiva di Dante. È un sarcasmo che si va purificando e raddolcendo infino a che non consuma se stesso. Dapprima il poeta è in collera contro la persona, e comincia col «tu», e nella sua impazienza, dette poche parole, l’assale corpo a corpo ed amaramente l’insulta.

                                    E guarda ben la mal tolta moneta,
Ch’esser ti fece contra Carlo ardito.
     

Ma in questo pendio dell’ingiuria il poeta si arresta d’un tratto e si raffrena. L’orizzonte s’ingrandisce: la piccola persona di Niccolò si trasforma ne’ papi, nel papato: le idee guadagnano d’ampiezza senza perdere di veemenza: ed all’ultimo la collera vanisce in una certa tristezza spogliata d’ogni amarezza. Qui è altro stile: vi è un ritorno in se stesso, la tristezza dí un uomo dabbene innanzi ad un male a cui non è rimedio, senza stizza deplorando e compiangendo.

E questo è poesia anche per l’ordine non logico, non oratorio; le idee si succedono confusamente, come la fantasia le sug-