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2i2 secondo corso tenuto a torino: lez. vi


uscire alla luce si manifesta in una interiezione, salvo a manifestarsi piú nell’azione. Qui è il trionfo dell’oratore, che dee studiare non tanto l’idea quanto l’anima del suo uditorio, e scendere a lui per alzarlo a sé; tanto piú grande quanto sa piú nasconder la sua grandezza, e lasciar comparire l’uditore, sicché a lui paia di fare egli una scoperta, e dica fra sé: — Era cosí naturale: non so come non ci avevo pensato. — La forma oratoria che si adopera nell’orazione non è dunque un ornamento estrinseco, sicché il pensiero rimanga nella sua natura scientifica, ma è il pensiero stesso calato nell’anima e fatto immagine e sentimento. Il filosofo e l’oratore sono cosí quasi un Iddio, colto in un doppio momento, quando pensa il mondo, e quando innamorato del suo pensiero, come dice Dante, amando crea e lo imprime nella materia. La scienza è spiegazione; l’eloquenza è impressione; la poesia è rappresentazione. Dio pensa il mondo, imprime il suo pensiero nella materia; e quando la creazione è compiuta, il pittore prende il pennello e dipinge, il poeta prende la penna e rappresenta. Il filosofo cerca le idee; l’oratore le imprime: e quando un popolo vive, animato da idee e da passioni che si traducono in magnifiche azioni, il poeta prende la penna e rappresenta. Ma in Dio vi resta qualche cosa che non è nella materia; nell’oratore vi resta qualche cosa che non è nell’uditorio; ed il poeta non è lo spettatore plebeo che guarda con l’occhio; ma guarda con la fantasia: e innanzi alla fantasia la materia si liquefá e fluttua e ondeggia come ombra o fantasma, in cui si riflette piú puro il pensiero di Dio: il poeta è quasi una seconda creazione di Dio fatta a compiere ed idealizzare la sua prima creazione. E se la distinzione è si netta, come si è potuto confondere la poesia con la scienza? Anche il filosofo ha la sua visione, il suo intuito; ma il filosofo contempla le idee viventi ed operanti ne’ corpi; ed il poeta contempla il corpo, non altro che corpo, ma trasfigurato in modo che di sotto ad esso come di sotto ad un velo scintilli l’idea spesso inespressa. Come si è potuto confondere la poesia con l’eloquenza? Quando Dante ti rappresenta il piede papale, a cui fa esprimere i sentimenti dell’animo, certo non vi ho domandato al-