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vanni fucci e il «diavolo loico» i97


azione, che la parola cattiva. Dante non sa, non può usare questo genere d’ironia pariniana; ed è simile ad un uomo severo, che non rinunzierebbe per cosa al mondo al decoro del suo portamento, contraffacendo altrui, facendo boccacce con un dimenarsi della persona, con un tuono di voce in falsetto; vedetelo ne’ suoi ritratti accigliato, brusco, tutto d’un pezzo. Schiettissimo e passionatissimo, la vista degli umani difetti lo accende di collera e non sa infingersi: sicché i suoi motti sono anzi assalti alla svelata che insidie ed imboscate. Mosca dei Lamberti con le sue mani mozze, con la faccia insozzata di sangue, levando i moncherini, cerca di muoverlo a compassione; la risposta di Dante non è un’ironia; è una pugnalata. Ma vi è una persona che dee usar l’ironia, il diavolo. Il diavolo è l’ironia incarnata; né ci è uomo tanto briccone che egli non sia più briccone di lui: e, come capite, il diavolo non è disposto a guastarsi la bile per le bricconerie degli uomini. L’uomo può ingannare un altro uomo, ma non può ficcarlo al diavolo, perché il diavolo nel suo senso poetico è se stesso, e la sua anima, che risponde con un’alta risata a’ sofismi, co’ quali egli cerca d’illudere sé ed altrui. L’uomo che prende una forma d’imprestito ha l’ironia dentro di sé: e quando si picchia il petto divotamente, vi è qualche cosa d’ironico dentro di lui che ride, e che mentre sta per farsi la croce, gli dice; — Tu sei un birbante! — Date corpo a questo qualche cosa, ed avrete il diavolo nel suo concetto poetico, che con tanta profonditá è stato rappresentato dal Goethe nel suo Mefistofele, il cui germe è nel diavolo che mena all’inferno l’anima di Montefeltro. Costui stanco del mondo erasi renduto frate francescano. Il papa volea soggiogare Prenestino, e non ne veniva a capo. E sapendo quant’era la pratica del frate in questi negozii, fattolo venire a sé gli dice:

                                                        [Tuo cuor non sospetti;
Finor t’assolvo, e tu m’insegna fare
Sf come Prenestino in terra getti.

     Lo ciel poss’io serrare e diserrare.
Come tu sai; però son due le chiavi
Che ’l mio antecessor non ebbe care.]