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vanni fucci e il «diavolo loico» i9i


suo difetto, non arrossisce; il rossore è proprio della faccia umana. Signori, e quando l’uomo consapevole del suo difetto s’innalza al di sopra del suo difetto, quando non solo non lo cela ma ne fa pompa; egli rinuncia all’umanitá, in quello che uno ha in sé di uomo, e si fa animale; e dicesi sfacciato, perché perde la faccia umana, e dicesi sfrontato, perché perde la fronte umana. Qual è la differenza che passa tra maestro Adamo e Vanni Fucci? In amendue trovi lo stesso plebeo con gli stessi modi e pensieri volgari; amendue non hanno vergogna, e manifestano schiettamente il loro difetto; ma la schiettezza nell’uno è ignoranza, nell’altro è sfacciatezza e depravazione. Maestro Adamo è come un animale che non ha coscienza di sé; Vanni Fucci ha avuta la coscienza e la ha soffocata; essi sono a’ due estremi della scala del vizio: l’uno non è mai salito infino all’uomo; l’altro è passato per l’uomo ed è ricaduto nella bestia. La sfacciataggine qui uccide il comico; tanta abbiettezza disgusta; e la propria abbiettezza predicata e portata in trionfo aggiunge al disgusto un sentimento, che tocca quasi l’orrore. Qual è la forma artistica conveniente al difetto innalzato fino alla sfacciatezza? Non piú la caricatura come io ve l’ho rappresentata. Il difetto in quanto difetto ha per sua forma la caricatura; perché siccome l’uomo non ne ha coscienza, e lo mostra come uomo non come artista, cioè accompagnato con circostanze ed accidenti serii od indifferenti, che non lo fanno spiccare in tutta la sua veritá poetica; si richiede l’opera di un terzo, che con una rapida intuizione comica ti colga a volo il difetto, e lo riproduca isolato ed idealizzato. Ma qui ne’ caratteri sfacciati non è necessaria l’opera di un terzo. L’uomo sfacciato non solo non vela o adombra il suo difetto, ma se ne pavoneggia, ma se ne orna come d’un manto reale, ma se ne incorona e se ne fa un’aureola; e senza che altri lo ponga in questa o quella positura, si atteggia egli e si situa nel modo piú acconcio a dire: — Miratemi — ; piú acconcio a dare spicco al suo difetto: egli è la sua propria caricatura, l’artista di se stesso. Se Dante vedendo il Fucci tramutarsi in bestia e rifarsi uomo, con un accento di dispregio gli dicesse: — Tu sei una bestia, e Pistoia