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i gruppi i25


rossore sul volto della vergogna patita, innanzi ad un padre non si ride, quella boccaccia vi sparirá dinanzi, ed il riso vi si gelerá sulle labbra. Perché tal differenza? Perché qui l’interno, l’anima d’un padre addolorato, vi chiama a sé togliendovi il di fuori; laddove mirando il quadro indifferenti al significato la figura vi apparisce unicamente come figura; e siccome gli atti degli uomini passionati, come quelli che travolgono e falsificanola faccia, sono per se stessi ridicoli o disgustosi, quando voi separate il movimento dalla sua espressione, al sublime ed al tragico succede la commedia e la prosa. Eccovi un esempio per il comico. Avete innanzi due laghi, uno di sangue, l’altro di pece bollente: nell’uno sono puniti i tiranni, nell’altro i barattieri; quelli se escono fuori col corpo sono saettati da’ centauri; questi se escono fuori col corpo sono arroncigliati da’ demòni. La figura è la stessa; i peccatori sono diversi; quelli feroci ed abominevoli; questi abbietti e dispregevoli. Il movimento ne’ primi è espresso a questo modo;

                                         [Dintorno al fosso vanno a mille a mille,
Saettando quale anima si svelle
Dal sangue piú che sua colpa sortille.]
               

Il movimento è significato da due verbi saettare e svellere amendue indeterminati, amendue di carattere grave, che lasciano nella fantasia l’impressione dell’insieme senza alcuna traccia di particolari. Eppure nel fondo a questo doppio movimento ci è apertamente il ridicolo; se non che Dante non può ridere de’ tiranni, gli abborre troppo. Il verbo svellere quando passa a’ barattieri, diviene una frase figurativa, la quale ci pone innanzi il dosso de’ peccatori che apparisce e sparisce «in men che non balena». I barattieri si trovano tra l’incudine ed il martello, e non sanno risolversi; e come il demonio volge l’occhio altrove, ad alleggerire la pena cacciano fuori il dosso; ma la paura dell’uncino è tale che il cacciarlo fuori e nasconderlo è un punto solo. Quest’atto è ridicolo non per la figura, ma per la paura che mostra ne’ barattieri. Né se ne contenta il poeta, aggiungendovi anche la figura, rappresentandoteli tuffati nella pece col muso in fuori come ranocchi. Eccovi ora un esempio